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il nuovo orientamento della donna ecc. 127


e la vita schietta; e questa madre, laureata in scienze, e forte di un quarto di secolo, forse, di vita di moglie e di madre, vissuta nella luce della nuova fede cui ho accennato, sapeva ispirarlo, tanto che non solo legava sempre più strettamente a sè il figlio che vedeva tutti i suoi più difficili problemi intesi e divisi, ma allo stesso tempo portava già in tempi di pace il suo piccolo contributo alla salute dell’esercito, prima che, colla guerra, fosse chiamata a dare tutto il suo — il primo figlio come ufficiale di carriera, e il secondo come volontario, perchè quest’ultimo, offrendosi subito, morì giusto un anno dopo il fratello maggiore, altamente apprezzati ambedue dai loro superiori. Certo colle sue nuove dottrine morali la madre di questi figli non aveva diminuito la loro virilità! Ed è questa, Signori, che è per me la maternità grande — maternità sociale, quanto particolare — maternità in cui, per la prima volta, l’istinto protettivo della donna si trova rafforzato da tutte le forze della ragione e dello spirito, tanto che dall’insieme possiamo cominciare ad intravedere un nuovo ordine per domani.

Sì, un nuovo ordine, perchè, come già vi ho pregato di notare, questa non è la semplice bontà di ieri — l’influenza che ogni madre buona ha sempre saputo esercitare sui suoi figli. Ieri le madri non insegnavano come questa donna, e come migliaia di madri oggi, una unica morale alta per i due sessi: ieri non avrebbero osato insegnarla, perchè la fede nella sua possibilità non era ancor nata. Come dunque siamo giunti oggi ad una cosa sì grande? Vi siamo giunti per un motivo solo — perchè la donna ha cominciato a travagliare e partorire nello spirito, per questo, e per nient’altro.

È solo quando queste nuove norme morali non sono