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bronza — bruno. | 69 |
sia la preferibile. Il composto metallico avrebbe adunque tratto il suo nome dal colore. Quanto al ritiramento dell’accento, il Diez cita un passo del Glossario Trev. di Hopfen ov’è detto «Mannus ros, quem vulgo brunicum, vel brunitium vocant». Dall’ing. brass, rame, non può essere venuto, poichè l’a non si sarebbe convertita in o. Poi è difficile il supporre che l’it. [da cui provengono il fr. ing. t. bronze, sp. bronce] andasse a prendere dall’ingl. il nome d’un metallo tre o quattro secoli fa, quando quella lingua e quel popolo eran quasi ignoti in Italia. Deriv.: bronzi, bronzino, bronzista; abbronzare-ire-tura, abbronzacchiare.
Bronza, teglia infocata. È probabile che venga dal t. Brunst, vampa; molto più che l’ol. ha bronst, anche più vicino all’it. per la forma.
Brozza, bollicella pruriginosa (Mattioli: sec. XVI). Viene senza dubbio dall’aat. proz [broz], mat. broz, germoglio, bottone, e spetta al vb. briozan, brozzen, gettare, a cui nel l. corrisponde frons, frondis. Dall’aat. e mat. si svolsero pure lo sp. brota, broto, prov. brot, fr. brout, sp. prov. broton, bottone, sp. brotar, germogliare. Deriv.: brozzolo, brozzoloso.
Bruno, color oscuro che s’accosta al nero (Guittone, Dante). Dall’aat. brûn, prûn, mat. brûn, tm. braûn; ags. brûn, ing. brown, anrd. brunn, sv. brun, dan. bruun, ol. bruin. La designazione ger. di questo colore, oltre che nel romanzo [sp. port. bruno, prov. fr. brun] penetrò anche nel lit. brúnas. L’idg. è bhr-úna dalla rad. bher che appare netta nel lit. bëras e nel n. Bär, orso, e raddoppiata nell’a. ind. babhrús “rossobruno”; la quale forma aggettivale appare denominazione idg. comune d’un mammifero vivente nell’acqua, il bevero (v. questa parola). Forse appartiene a questa rad. idg. anche il gr. φρύνη, φρυνος, rospo. Deriv.: brunazza, brunetto-ino, brunezza, brunimento, brunire, brunitoio-tore-tura, brunetto; abbrunare; imbrunire.