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rente sin dal sec. 11º, risale a ger. occid. * bêra * bero. Nell’ing. troviamo anche barrow barella da m. ing. barewe, che con fris. barwe riposa su di un grado apofonetico diverso della stessa rad., cioè a got. * barwa, come anrd. barar. Il tema preger. è bhêrâ da rad. bhêr portare che riscontrasi nell’ind. bhar, gr. φερ, l. fer-o. Da quest’ultimo vb. l. viene it. feretro, sicchè bara e feretro sono due modificazioni della stessa rad. fatte da popoli differenti. Qui l’it. per significare un oggetto di cui possedeva già il nome ha tolto in prestito dal ger. un vocab. avente la stessa radice, come avvenne nel caso di giardino e orto, zanna e dente. Rad. ger. ber sviluppò vb. got. baíran, aat. bêran, mat. bërn, ags. bëran, ing. to bear, tm. gebören portare, produrre. Anche Bürde carico, Zuber tino ed altre parole sono radicalmente uniti qui. Bl. bara s’incontra nei Mem. Potest. Reg. an. 1275, e sotto la forma di barra anche in Trancia. Der.: barell-a-are-one.

Bargello barigello, uffiziale forestiero che a Firenze presiedeva agli ordinamenti contro ai grandi; capo dei birri e delle guardie (G. Villani 11, 16 all’an. 1316). Risp.: sp. port. barrachel, afr. barigel, fr. barisel. Anche i dial. lomb. presentano barisel. Però fr. barisel del sec. 16º e segg. pare riproduzione dell’it. Immediatamente riposa su bl. barigildus usato da Carlo Magno, e barigillus da Carlo il Calvo ann. 864 nell’Edict. Pist. in unione ad «advocati». Questo bl. barigildus è chiaramente d’orig. ger. (cfr. guidrigildo, novigildo); ma sin qui non si è potuto determinare il valore etimologico del composto. Il secondo elemento dev’essere aat. gelt, tm. Geld denaro; ma il primo resta oscuro. Nello Specul. Sax. ricorre biergeld donde tm. Biergeld mancia, e Cironus gli ravvicina il nome in quistione; ma che spiegazione plausibile se ne può dare applicandolo ai barigildi barigilli? Traendolo da un ipotetico aat. * bärigelt [aat. bäri portante], varrebbe “portadenaro”, ma anche così non se ne avrebbe un senso soddisfacente. Der.: bargel-lato-lino-luzzo.