Pagina:L'elemento germanico nella lingua italiana.djvu/308

280 lesto.

dalle altre lingue rom., almeno dall’it., è facile il trapasso a quello di “snello, agile, destro; dall’altra il vocab. ger. aveva un’immensa diffusione e la forma è quasi perfettamente uguale, poichè il rom. avrebbe rigettato solo il suffisso di listig, listik, cangiando regolarmente l’i in e, e conservandolo in qualche caso, come nello spagnuolo. Quanto al Liebrecht che propose come etim. il l. lestus, che sarebbe stato un superlativo di levis, mediante un * leistus da levistus ed avrebbe perciò signif. “leggerissimo”, ci sono parecchie difficoltà che a me pajon molto gravi. Primieramente lestus è voce rarissima in l. non comparendo che poche volte nella lingua scritta, e nel composto sublestus presso Plauto e Festo. Ma questo conterebbe fino a un certo punto. Più difficile mi pare a spiegare come dal signif. materiale di “leggero” si potesse giungere a quello morale di “astuto, scaltro”, il quale al contrario è quasi fondamentale nel campo ger. Di più si può osservare che da levis è impossibile la formazione di un superlativo in istus, per la irregolarità della terminazione; la quale poi anche se si ammettesse, cadendo necessariamente l’accento sull’i di levistus, non sarebbe stata possibile la scomparsa della sillaba tonica. Infine concesso che le voci rom. venissero da l. lestus, come spiegherebbesi l’i di sp. listo? Per tutte queste ragioni, noi crediamo sia necessario rigettare l’ipotesi del Liebrecht, e attenersi all’etim. proposta dal Diez e accettata anche dal Kluge1. Oltre al rom. è venuto dal ger. listi anche un intero gruppo di parole slave che sono a. sl. listi, inganno, astuzia, listiba, lo stesso; listivu, artificioso, listinu, ingannevole, lisliti, ingannare, ammaliare, illudere. Mikl. 348, Fick2 541. Lo Scade ammette che l’a.



  1. Festo p. 295 dice: «Sublestia antiqui appellabant infirma ac tenuia». Dunque sublestus valeva “infermo, debole”; e la supposizione del Liebrecht che lestus significasse “leggiero” è infondata.