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felza — ferlino. 133


prov. afr. feltre, fr. feutre procedette immediatamente dal bl. filtrum che a sua volta derivò dall’aat. filz, vilz, mat. vilz, tm. Filz, d’ug. sig. Altre forme ger. sono: ol. vilt, sv. dan. filt, ags. ing. felt. Secondo il Kluge il t. Filz, [got. * filtis, preger. * peldos] del pari che Falz, falzen, scavatura, piegare, spetta alla rad. ger. falt “percuotere, martellare”, la quale poi col l. pellere, da * peldere, riposa sull’idg. peld. All’incontro il Kluge mette in dubbio l’affinità di Filz col gr. πίλος, feltro, cappello di feltro, l. pileus, pileum, feltro, berretta di feltro, pilus, capello: affinità che peraltro è sostenuta da Curtius3 259; Grimm, Gramm. 398; Corssen, 12, 525. Anch’egli però ammette la parentela col lit. filcas, feltro, e a. sl. plusti, d’ug. sig. Nel tm. c’è altresì il vb. filzen, feltrare, e filtriren; ma quest’ultimo verosimilmente è rientrato in t. dall’ital. o dal fr. Deriv.: feltra-iuolo-re-tura-zione; infeltrare, infeltrire. V. anche Filtro.

Felza, coperta da letto di lana o bombagia coll’ordito sottile e ritorto, la trama grossa e pelosa (Cit. Tipocos. 493). Presuppone evidentemente un * felza, che sarebbe una forma riposante sul t. Filz, donde è venuto anche feltro.

Felze, spazio coperto a guisa di stanza nelle barche (dialet. venez.). Anche questo nome sembra essersi formato dal mat. vilz, tm. Filz, feltro; forse perchè dapprima un tale spazio era coperto di questa sorta di panno.

Ferlino, piccola moneta usata nel medio evo, d’origine settentrionale e probabilmente anglosassone (Fr. Iacopone, Velluti). Mediante il mlt. ferlingus, afr. ferling, ferlin, a. sp. ferlin, venne dall’ags. feordhling, feording [donde a. ing. ferthing, ing. farthing = quattrino] che è, secondo ogni verisimiglianza, un derivato dell’agg. feórdha, féoverdha, numero ordinale significante “quarto” quindi feordhlinge, ferlino varrebbero “quartino”. È un caso analogo a quello dell’it. quattrino, che venuto o da quattro