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bainville (Rom., I, 141) inchini a derivare il bl. non dall’aat., sibbene da charebannus che sarebbe la forma franco-merovingia del vocab. ger. (è noto che il ch franco equivale all’h degli altri dialetti ger.). Questa parola probabilmente si diffuse nell’Europa meridionale e quindi penetrò nel mlt. al tempo degli Ottoni nel sec. X, poichè una delle prime volte che se ne fa menzione è a proposito della chiamata del popolo all’armi che fece Ottone I contro gli Ungheri nel 955. Corrisponde a un dipresso alla Landsturm dei Tedeschi moderni, e alla levée en masse dei Francesi.

Erimanno, arimanno, (term. storico) guerriero, uomo libero (Muratori). L’Ekkard traeva questo vocabolo da Herbmann, colui che possiede beni acquistati per eredità, signore minore [Herb = eredità; Mann = uomo]. Ma il Vossio, con molto maggiore verisimiglianza dal lato fonetico, propose la derivazione dall’aat. hariman, heriman, perduto nel tm., almeno come nome comune. Dei due elementi del composto, l’aat. hari, heri, tm. Heer, è già stato illustrato sotto la parola precedente; l’altro, aat. man, tm. Mann, uomo, non ha bisogno di spiegazione. Anche quanto al valore logico e storico della parola, l’etim. del Vossio è pienamente giustificata. Difatti nella legge 4.ª di Guido Imperatore sono minacciate pene a quei signori che trascurassero di hostiliter praeparare herimannos, cioè di prepararli e addestrarli alla guerra. È ben vero che dalla legge 2.ª di Rachis «ne cujusquam servus arimannam ducat uxorem», e da un luogo d’un decreto di Lodovico il Pio «.... feminis liberis quas Itali Arimannas vocant» si deduce che arimanno significava “libero”; ma ciò, secondo me, non distrugge la interpretazione del Vossio; poichè si sa che presso i Germani antichi la condizione di “libero” dipendeva precisamente dall’attitudine agli esercizi guerreschi. Il Muratori mise innanzi la possibilità d’un composto di Ehre, onore, e Mann, uomo; ma è evidente che da questi ele-