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l’edera 61


— Sì, — gridò la bimba voltandosi. — Mi ha lasciato un po’ di nocciuole, in cambio dei denti.

— A che servivano le nocciuole, se non avevi denti per schiacciarle?

— Eh, le ho schiacciate con una pietra!

— Addio.

— Addio.

Annesa trascinava Rosa e camminava in fretta, guardando fisso davanti a sè, come affascinata. La bimba disse:

— Sì, babbo è là, davanti alla chiesa, e passeggia con prete Virdis; pare che litighino!

Infatti il vecchio prete gesticolava animatamente. La sua grossa pancia ansava. Egli era bruttissimo, grosso e gonfio; il viso color mattone, paffuto e rugoso nello stesso tempo, esprimeva un malcontento sdegnoso. Una parrucca dai lunghi peli che sulla nuca si mescolavano a qualche ciuffo argenteo di capelli veri, accresceva quell’orrida bruttezza.

Annesa abbassava gli occhi ogni volta che incontrava il prete: e anche quella mattina tentò di passar dritta, trascinandosi dietro la bimba, ma il vecchio sacerdote sollevò una delle sue grosse mani rosee e cominciò a gridare:

— Rosa! Rosa!

Annesa dovette fermarsi.

— Rosa, — disse il prete, avanzandosi fino a coprire con la sua pancia il viso della bimba. Ho piacere che tu venga alla messa. A quanto pare ci vengono persino le capre, oggi, persino le donne ebree e le donne moresche.