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228 l’edera

Virdis desidera che tu non ti muova: è segno che c’è qualche speranza...

Ella tremava tutta.

— Non illudetemi, zio Castigu... non fatemi sperare... no... no... non voglio...

— Perchè non vuoi sperare? Dopo la notte viene il giorno. Prega, prega, Anna; io corro giù in paese. Vuoi andare nella capanna?

Ella però volle restare nella chiesetta: nella furia, il pastore si dimenticò di portarle da mangiare, ma ella non senti la fame, non si addormentò, non si mosse dal suo angolo. Vide attraverso il finestrino apparire una stella rossastra sul cielo verdognolo del crepuscolo, poi altre stelle ancora: e il bosco tacque, e tutto fu silenzio, silenzio misterioso di attesa.



Zio Castigu ritornò verso la mezzanotte.

Quando ella sentì il suono della chiave nella toppa arrugginita provò una strana impressione: le parve che un essere invisibile, un fantasma veniente dalla profondità d’un mondo ignoto, cercasse d’introdursi nella chiesetta, per avere un colloquio con lei e rivelarle il mistero del suo avvenire. Invece, nel buio, s’avanzò il vecchio pastore: ella ne riconobbe il passo, ne riconobbe la testa