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16 l’edera


— Annesa, — gridò ad un tratto Rosa, — eccolo, viene! Sento il passo del cavallo.

Ma l’altra scosse la testa. No, non era il passo del cavallo di Paulu Decherchi. Ella lo conosceva bene, quel passo un po’ cadenzato di cavallo che ritornava stanco dopo un lungo viaggio. Eppure il passo di cavallo, avvertito da Rosa, si fermò davanti al portone.

— Credo sia un ospite! — disse Annesa con dispetto. — Speriamo sia il primo e l’ultimo!

Ma donna Rachele uscì di nuovo nel cortile, porse ad Annesa alcune uova che teneva nel grembiale, e disse con gioia:

— Lo dicevo, che non era tempo da disperare. Ecco un ospite!

— Bella notizia! — rimbeccò l’altra.

— Apri il portone, Annesa. Non è bella una festa se non si hanno ospiti in casa.

La donna mise le uova accanto ai fuoco, e andò ad aprire.

Un paesano basso e tarchiato, con una folta barba bruna, era smontato da cavallo e salutava i nonni ancora seduti davanti alla porta.

— Stanno bene, che Sant’Anna li conservi!

— Benissimo, — rispose don Simone. — Non vedi che sembriamo due giovincelli di primo pelo.

— E Paulu, Paulu, dov’è?

— Paulu tornerà forse domani mattina: è andato a Nuoro per affari.

— Donna Rachele, come sta? Annesa, sei tu? - disse poi l’ospite, entrando nel cortile e tirandosi