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braccio O tiene il pedale sempre abbassato cosicchè, passata che sia su quest’ultimo la prima ruota del treno, esso non viene più toccato dalle successive ruote.

Come fu detto, quando viene teso il filo f1, locchè corrisponde a posizione di segnale a via libera, la leva a tre braccia e, g, h ruota, l’estremo del braccio h nell’abbassarsi viene in contatto col braccio I1 della leva I, I1, I2 e obbligandola a girare in senso contrario alla freccia ε porta l’estremo I3 del braccio I dalla posizione β, nella quale lo abbiamo precedentemente lasciato, in quella δ. In questa corsa angolare del braccio I la rotella M rotolando sulla superficie concava β, γ, e poscia sul piano di liberazione γ-δ del braccio O, obbliga questo ultimo ad abbassarsi facendo ruotare tutto l’albero U, R (fig. 1) nel senso degli indici di un orologio. Il pedale V calettato all’estremo di U ruota esso pure in eguale senso assieme al braccio O e la sua parte prominente V si abbassa rispetto al piano della rotaia in modo da non essere più investita dai cerchioni delle ruote dei treni transitanti sul binario.

Essendo la corsa angolare γ-δ del braccio I inferiore all’angolo sotteso da due denti consecutivi del disco D, in questa rotazione β-γ-δ della leva I il nottolino J sorpassa solo un dente del disco D.

Se il segnale fisso B (fig. 5) viene in seguito manovrato a via impedita il filo f1 si allenta, la leva e per l’azione del peso f (fig. 2, 3) ritorna in basso, il braccio h si rialza e la leva I, I1, I2, sollecitata dal peso P, ruota nel senso della freccia ε sino a tanto che l’estremo I2 della leva I venga a riposare sulla tacca, di scatto γ del braccio O, il quale nel frattempo, per l’azione del peso Q, avrà ruotato in senso contrario agli indici di un orologio.

Il contrappeso Q inoltre rialza, assieme al detto braccio O, anche il pedale V sino a portarlo nella posizione indicata, nella fig. 2. Nella detta rotazione del braccio I da δ in γ che è, come abbiamo sopra detto, minore del passo angolare della dentatura del disco D, il nottolino J scorrendo sulla superficie inclinata del dente successivo a quello sul quale aveva agito precedentemente per fare esplodere le cartuccie, si pone sul fondo di esso dente e l’apparato quindi, al pari del segnale ottico col quale è unito, si dispone nuovamente a via impedita pronto ad esplodere se un nuovo treno venga a toccare il pedale1

  1. L’apparato può essere controllato da ripetitore ottico al posto di manovra.