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del reame degli orsi. 187

sarono due settimane che, eretto un altissimo tempio, il dedicarono ad una potentissima Dea, ch’essi appellavano Necessita’. E poi a poco a poco ebbero un re, che non era infine che l’economo delle volontà e forze comuni, ch’egli andava equilibrando a seconda del bisogno di tutti in generale e di ognuno in particolare. Videsi ben presto un’orribile e diserta campagna farsi tutta coltivata, e da essa trarre quel felice popolo quanto può essere necessario alla vita. Tutto era bene e consolazione, ed il nome di legge non conosceasi poichè niuno avea che desiderare d’ingiusto. Ma ben presto piombarono quei miserabili in un mare di calamità insoffribili. Alcuni de’ più vivaci incominciarono a combinar nuove idee, ed a ragionare: E perchè, diceano, lavoreremo la terra, se avendo alcuni popoli nostri vicini, possiamo colla forza ridurli in ischiavitù, e far ch’essi affatichino per noi, ed insieme acquistando le terre loro ampliare il dominio vostro? Così va bene. E qua si videro trattati sparsi per la nazione intorno alla giustizia della guerra offensiva che infiammarono gli animi di tutti; e già si diede all’armi. L’esito fu fortunato, e ne venne che fattisi ricchi e potenti alcuni pochi, rimasero poi le migliaia d’Orsi oppressi e desolati. Allora entrò nel paese l’adulazione, il ruffianesimo, e l’insidia per tentar di spogliare i magnati de’ loro male acquistati averi; l’avarizia si vestì da amore, la ingordigia si coprì col manto dell’amicizia, e tutte queste maschere unite furono cagione di tradimenti, discordie e liti gravissime. Quando tutto era a soqquadro, i buoni e zelanti cittadini si ricordarono della Dea Necessita’, ed ebbero ricorso ad essa perchè mettesse un qualche riparo alle comuni sventure. Ma ricorrendo alla Dea scoprirono un altro disordine. Videro che i sacerdoti di essa aveano da lungo tempo imparato a farsi grassi a spese del popolo: vendeano il chiaro del sole e l’umido della pioggia, l’odore del marocchino per iscacciare le tarme da’ panni, li cerotti per le rotture di gamba, le polveri pel buon esito de’ parti, e le ma-