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l’equatore è conosciuto non solamente ai navigatori che non possono non ravvisarlo, ma pure all’uomo comune sotto il nome di linea. La gravità, come già è stato accennato, è qui considerabilmeme minore. I raggi del sole quasi tutto l’anno vi cadono perpendicolarmente; continuamente vi regna I’equinozio, ed una sola estate, interrotta solamente dal tempo delle piogge. Il calore vi è grande, e la vegetazione viva. Morto è tutto al contrario sotto i poli, ed impedito intieramente agli uomini è l’ingresso a queste regioni, che la mano della natura compresse sulla terra. Sei mesi dell’anno sono i poli scambievolmente involti nella notte, e gli altri sei illuminati, mentre che noi, abitando tra i poli e l’equatore, abbiamo giornate ora lunghe ed ora corte.

La cagione di questa differenza nella lunghezza de’ giorni e delle notti, e di quella delle stagioni in generale, sta nella direzione obliqua del piano dell’equatore contro il piano dell’orbita che la terra descrive intorno al sole. Se l’equatore camminasse parallelamente al suddetto piano, cosa che dovrebbe aver luogo allora quando l’asse della terra stasse perpendicolare sul medesimo,