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piombo, affine d’essere trasportato nella campana ove voleva. In tempo oscuro, e quando il mare fu agitato, fuvvi una sì grande oscurità sotto la campana come in tempo di notte; ma Halley, attese le sue precauzioni, poté accendere perfettamente il lume, il quale restò acceso, e consumava tant’aria quanta un uomo, cioè un gallone in un minuto. L’unico incomodo che soffrì Halley fu un lieve dolore negli orecchi, come se alcuno glie li pungesse con una penna: questo dolore svaniva quando si arrestava la discesa, e ritornava egli a scendere, finchè fu arrivato al fondo. Uno dei marangoni che volle evitare questa impressione dell’aria, mise in ciascun orecchio un poco di carta masticata, ma questa nel calare s’insinuò si profondamente, che al chirurgo costò molta fatica l’estrarla. Il fenomeno è assai chiaro, e nasce dalla compressione dell’aria condensata. Quanto cresca la compressione dell’aria nel calare, lo possiamo osservare ne’ fiaschi voti ben turati con sughero, i quali non si calano a una certa profondità senza che il turacciolo non sia spinto in dentro, e che l’acqua sia passata nel fiasco. Per mezzo dell’aria, sì considerabilmente condensata sotto la campana, si spiega ancora l’oscilla-