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26 delle disposizioni personali

piego della propria fortuna. Quello che aggrava la disgrazia della povertà si è il disprezzo, che vi si attacca, disprezzo, che non vien contrabilanciato agli occhi del volgo dalle più solide virtù, che bisognerebbe quasi ingannare per suo vantaggio, per distaccarlo dai ranghi, e dai titoli, dai quali gli è dolce di lasciarsi offuscare.

Non esiste nell’umana natura alcuna lodevole qualità, senza che non si abbia a temere di vederla discendere, per insensibili e gradate variazioni, all’estrema imperfezione. Proprietà del Sublime spaventevole, da che cessa di essere naturale, è di cadere nella Stravaganza. S’egli eccede i limiti conosciuti, o se il bello medesimo quelli oltrepassa che gli assegna la ragione, si mettono entrambi sotto il nome di romanzesco. Povertà sono le cose che non hanno un tuono di verità, quando vi si annette il Sublime, fosse pur un risparmio. Colui, che ama e crede il bizzarro, è un visionario. La disposizione a credere cose sprovviste di probabilità, costituisce l’allocco. Qualche fiata il Sentimento del bello se non proponsi alcun nobile od utile fine degenera in puerilità. L’uomo, presso di cui questa tendenza è in maggior grado, chiamasi frivolo; e quando trovasi in una mezzana età, per poco che vi metta prevenzione, ha il titolo di sciocco. Siccome il grande, il Sublime è quel che vi ha di più necessario per una carriera che avvicinasi al suo declino; la più dispregevole delle creature che possa in questo mondo incontrarsi è un vecchio sciocco, al medesimo modo un giovane vizioso n’è la più fastidiosa e la più insopportabile.

L’allegria e la giocondità sono in rapporto col sentimento del Bello. Ciò nulladimeno gran fon-