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22 delle nostre qualità

tempo se non si alterna coll’ultima, o se non umanizza, in certo modo, la sua grandezza mercè di questa alleanza1. I nobili sentimenti, alla elevatezza di cui innalzasi qualche fiata il conversare in una scelta società, debbono bentosto confondersi con un amabile scherzare; ed amici, insieme rallegrandosi, possono fare, colla fisonomia d’uomini più fortemente commossi, il bel contrasto che risulta dalla felice e facile successione di quei due sentimenti. L’amicizia vestesi essenzialmente de’ tratti del Sublime; e l’amore de’ due sessi, di quelli del Bello. Ciò nullameno la tenerezza accompagnata di stima communica all’ultima una dignità ed una certa elevatezza che non le sconvengono. Le leggieri piacevolezze, l’allegria e la famigliarità non portano, al contrario, su questo sentimento, che il colorito del bello.

La tragedia, secondo io penso, differisce essenzialmente dalla commedia in questo, che nell’una è messo in azione il sentimento del sublime, e

  1. Il sentimento del Sublime tende con maggior forza le molle dell’anima, e per conseguenza la stanca più presto. La lettura d’un poema pastorale si continuerà per più lungo tempo, senza fastidio, che quella del Paradiso perduto di Milton; e la mano rilascerà men presto un la Bruyere che un Young. Sembrami pure che costui abbia commesso un errore, come poeta moralista, tenendosi in un modo troppo uniforme ne’ tuoni elevati; giacchè la forza dell’impressione non può esser prolungata se non per tanto che lo spirito si è riposato su di passi d’un carattere più dolce. Nulla più stanca, nel Bello, quanto l’arte penosa che non ha avuta la destrezza di dissimularsi; ed allora fin la pena che altri si diè per allettare, è ben risentita in un dispiacevole modo.