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scipione ricci 485

dere senza aver devozione, sebbene la devozione non possa stare senza la fede. La fede è sempre la stessa dappertutto e in ogni tempo; nella devozione è lasciata grandissima latitudine all’individuo. Il rito, la forma di un culto non isboccia bell’e formato, come Minerva dal cranio di Giove: il Sole in primavera non ha ancora squagliato i ghiacci, fatto schiudere l’erbe e colorire i fiori: eppure è quello stesso che ci arde in luglio. Prima quel culto dovett’essere tributato all’apostolo; vennero poi i martiri, poi altri santi, la cui glorificazione erasi manifestata forse maggiormente che non d’alcuni, più vicini al Salvatore. Qui si venera il santo che vi nacque, vi morì, vi apostolò, vi operò un prodigio della grazia o della carità: là è la tomba d’un altro, gli stromenti del supplizio d’un martire, un’apparizione, una rivelazione. Son memorie, insite alla natura umana siccome tutto quanto ricorda le geste degli eroi, de’ benefattori della patria; c’è la ammirazione pel dottor della Chiesa, c’è la compassione pel martire, c’è la compunzione pel penitente. In ciò tutto si trova qualcosa che decade, qualcosa che sottentra: han luogo l’entusiasmo e il tepore, giacchè tutto quaggiù è vita, è movimento, cioè cangiamento continuo.

Giuseppe, lo sposo di Maria, è un santo che appartiene ancora all’antico e già al nuovo Testamento; fu il più vicino a Cristo; la Chiesa primitiva gli ebbe una venerazione implicita, eppure il suo culto cominciò tardi; cominciato che fu, tutti l’abbracciarono coll’ardore che conveniva allo sposo di Maria.

E Maria? Non v’è dubbio che la devozione ad essa fu ampliata assai, dai primi tempi quand’appena trovasi nominata, infin quando Pio IX ne pronunzia come di fede la immacolata concezione. Il tipo di lei, dai rozzi tentativi delle catacombe sino alle meditate aspirazioni del Minardi si trasforma oh quanto, eppure senza cangiarsi. Già nella prima scena del mondo, quando il seduttore corrompe l’umanità, è vaticinato che un’altra donna schiaccerà il capo del serpente. E seconda Eva la chiamarono i primi Padri; dottrina rudimentaria, dalla quale si può dedurne la santità, la verginità, l’immacolata concezione, l’efficace patrocinio. Maria non fu madre e nutrice di Cristo? non istette accanto alla sua croce? nol raccolse ucciso? Quanti dolci pensieri, quanti vivi sentimenti non deve eccitare una creatura, messa in così intime attinenze coll’ente divino? la donna elevata fin ad esser madre del Dio umanato? Ma egli rimane