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forte massa di luce, e ne metteva in forte rilievo molte bizzarre figure, intanto che i giallastri suoi raggi illuminavano parzialmente la spaziosa cucina, foschi morendo negli angoli remoti; eccetto dove percuotevano di molle splendore l’ampia costa di qualche pezzo di lardo, o venivano, riflettuti da’ ben forbiti utensili che scintillavano nel mezzo dell’oscurità. Una fiamminga ragazzaccia, con lunghi pendenti d’oro alle orecchie, ed al collo un aureo monile da cui pendeva un cuore pur d’oro, figurava la sacerdotessa preside del tempio.

Erano molti della brigata provveduti di pipa e la maggior parte poi di qualche sorte di vespertina bevanda. Trovai che la loro allegria prodotta era dagli aneddoti che un piccolo francese nero nero, con secca faccia increspata ed ampie basette, andava raccontando delle sue avventure amorose, al termine di ciascun de’ quali vi avea uno di quegli scrosci d’oneste risa senza ceremonie che l’uomo si permette in quel santuario della vera libertà, l’osteria.

Siccome io non aveva verun modo migliore di passare il tedio d’una sera burrascosa, mi posi a sedere anch’io accanto alla stufa, ed intesi una varietà di novelle da viaggiatore, alcune stravagantissime, e la più parte insipidissime, che però tutte cadute mi sono dalla traditrice memoria, tranne una sola che tenterò di riferire, sebbene io tema che il principale suo brio essa il traesse dalla maniera in che venne narrata, e dall’aria particolare e dall’aspetto del narratore. Era colui un vecchio svizzero corpulento, che avea vista di viaggiator veterano, vestito d’uno scolorato sajo verde da viaggio, con largo pendaglio intorno a’ fianchi, ed un pajo di sopracalzoni tutti abbottonati dall’anca fino alla caviglia. Avea il viso pieno, rubicondo, con doppio mento; naso aquilino ed obbliqua guardatura. Chiari n’erano i cappelli ed arricciati sotto una vecchia berretta da viaggio di veluto verde, piantata in banda sulla testa. Fu egli più d’una volta interrotto dall’arrivo di nuovi ospiti o dalle osservazioni de’ suoi uditori; pausava di tanto in tanto per riempire la pipa; e in tutte le tali occasioni rice-