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quest’istromento sperimentò, che nel verno l’aria è più fredda del ghiaccio e della neve, e giunse allo scioglimento di vari problemi fisici, de’ quali i peripatetici non davano alcuna plausibile soluzione. Tali miglioramenti ed applicazioni del termometro furono da lui comunicati a Galileo in una lettera scrittagli il 9 di maggio 16131. Nell’inverno poi del 1615 egli vide che il termometro immerso nella neve mostrava un abbassamento di 30 gradi, ed immerso poi in un miscuglio di sale e neve diminuiva d’altri 100 gradi. Quindi conchiudeva, che l’abbassamento del termometro immerso in tal miscuglio era una terza parte della differenza tra la massima temperatura della state, e la minima del verno. Di che egli prese non poca meraviglia.2

22. È ben noto che il ferro esposto per lungo tempo all’aria acquista proprietà magnetiche. La prima osservazione di questo fenomeno fu fatta nel secolo XVI in Italia: ed ecco in qual modo. Sul campanile della chiesa di s. Agostino in Rimini era una grossa verga di ferro che sosteneva un ornamento di mattoni fatto a modo di ghianda. Per un vento violentissimo piegossi questo ferro, e rimase così piegato per dieci anni: dopo i quali i religiosi, che avevan cura della chiesa, vollero togliere quell’ornamento e diedero il ferro ad un fabbro, ecciocchè lo raddrizzasse. Avendolo allora veduto un certo chirurgo, che aveva nome Giulio Cesare Moderato, questi il sottopose all’esperienza, e trovò che come una vera

  1. Nelli, Vita di Galileo t. I, pag. 71.
  2. Venturi, Memorie e lettere inedite finora disperse di Galileo Galilei. Modena 1818. Tom. I, pag. 20.