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mini, le creste, gli scrímoli; brilla sugli umidi e rari ciuffi d’erba selvatica, proietta ombre e, finalmente, è sul ghiaccio.

Allora ecco piccoli guizzi luminosi, che assomigliano al riverbero e al rifrangersi del sole, battente contro frantumi di specchi; guizzi per i quali noi vediamo tutta la gamma della luce scintillare in cerchietti spasimanti, traversati da diametri che s’allungano e súbito impiccioliscono ad ogni nostro battere di ciglia, ad ogni nostro inavvertito movimento oculare, e che sono rossi, azzurri, gialli e tutti insieme danno al piccolo cerchio guizzante, la fantastica bellezza di una stella multicolore.

E tutto il ghiacciaio è fatto di miriadi di stelle multicolori, e ogni stella è un piccolo occhio che s’apre per ricevere la luce del sole: questo è il secreto del ghiacciaio, questa è la sua bellezza: immaginiamo tutta una distesa di piccole stelle, di occhietti, tutti questi centri di luce viva e diversa che ho visti, che ho dentro me fulgidissimi, ma non so rendere spendidi nel descrivere, e noi avremo la maraviglia delle nevi perpetue e dei geli.

Mi soffermai ad osservare a lungo, a lungo... Il sole, sfiorate instellando le prime creste di ghiaccio, allargava ed allungava la sua zona di luce e di bellezza, e tutto era un occhieggiare iridato, ogni punta, ogni filo, ogni granello, ogni molecola, ogni atomo di tutta la massa ghiacciata era la sintesi brillante di un arco baleno.

Mi soffermai finchè il sole ebbe illuminato