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SUFFRAGIO UNIVERSALE?

(Dalla Critica Sociale, 16 marzo-1° aprile 1910)



Ho letto e riletto, nell’Avanti!, la risposta del Comitato centrale socialista pel suffragio universale al Comitato nazionale pro suffragio femminile, e sono a chiedermi ancora — (molti altri, suppongo, si saranno chiesti con me): — perchè mai, per una dichiarazione così semplice, hanno speso tante parole?

“Come socialisti — bastava rispondere — è ovvio che siamo per il voto esteso alle donne; ma, come partito d’azione, non possiamo troppo complicare le cose; le donne abbiano pazienza (non è questa una delle maggiori virtù ch’esse dividono con altri non meno preziosi animali?) e verrà anche per loro il momento che i socialisti non temeranno di compromettere la propria serietà propugnando il voto femminile!„

Senonchè il Comitato socialista, o per riluttanza a rispondere così crudamente alle signore interpellanti, o perchè il dovere di coerenza coi principi socialisti e il voto del Congresso di Firenze, che unanime approvò la mozione per il voto alle donne, lo ponessero in imbarazzo, pensò di trarsi d’impaccio con una scappatoia: e inventò la questione, che nessuno gli aveva proposta, se dovesse o non dovesse assegnarsi, alla simultanea estensione del voto ad entrambi i sessi, carattere assoluto di pregiudiziale.