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adatto a risolvere più prontamente quel doloroso e vergognoso problema dell’analfabetismo e della incoltura, la cui soluzione sembra altrimenti imprigionata nell’ironia di un circolo vizioso quasi senza uscita.

Da questo punto di vista, l’aggiunta contemporanea del suffragio femminile al maschile non avrebbe, a senso nostro, alcuna influenza immediatamente benefica, per la quale le due rivendicazioni non possano — se la legge di gradualità lo consigli — disgiungersi nel tempo; e ciò per effetto della ancor così pigra coscienza politica e di classe delle masse proletarie femminili, il cui artificiale irrompere nell’arringo politico rinforzerebbe probabilmente, per un dato periodo, quelle correnti conservatrici, che già in altri tempi, sperandone benefizi sicuri, si mostrarono propense — in Italia ed altrove — anche al suffragio universale limitato ai maschi.

Indubbiamente, secondo noi, il suffragio universale femminile dovrà integrare, a non lungo intervallo, il suffragio universale maschile. L’uno è il naturale e necessario complemento dell’altro. L’evoluzione economica, che attira nel campo del lavoro sociale sempre maggiori masse femminili, bisognose quanto e più delle masse maschili di difesa economica e politica, conduce di necessità a cotesto risultato. Ben presto sarà interesse sentito del proletariato maschile avere solidale accanto a sè il proletariato femminile, non solo nelle lotte economiche, ma ben anche sul terreno delle competizioni politiche. Ogni affermazione in questo senso, ogni lavoro di concreta preparazione morale, che le avanguardie femminili tenteranno, voglion essere quindi salutati come opportuni.

Ma entrambi gli scopi saranno tanto più presto e sicuramente raggiunti, e tanto minori delusioni saranno da temere, quanto più, nel frattempo, le masse proletarie femminili, sotto lo stimolo, appunto, dei