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debellare prima la reazione e quindi per consolidare la libertà, a polarizzarsi verso altre mete, persuadendo e proseguendo l’unione elettorale dei partiti popolari; e le donne, che non sono elettrici, vennero (questa è la verità) lasciate in disparte. Non furono più viste, alla soglia dei seggi elettorali, le giovani lavoratrici, cinte della simbolica fascia colore di fiamma, fiammeggianti di entusiasmo esse stesse.... Ma quella scomparsa dimostrò soltanto, e dimostra, che il socialismo aveva, ed ha, smarrito gran parte del suo fascino ideale e morale. E non v’è da esserne lieti!

E così l’assenteismo, la incapacità politica, l’ignoranza e la soggezione al clero, questi argomenti onde si fanno forti i socialisti contro il voto alle donne, oh! non sono essi davvero che li hanno inventati! Sono gli argomenti che, in Germania, prima del ’60, gli Junker, i nobiluomini campagnuoli, più di recente in Austria la grassa e grossa borghesia, ripetevano a perdifiato contro il suffragio universale maschile; li ripeteranno ugualmente i nostri feudatarii meridionali, quando verrà la sua ora. Lo stesso Bebel confessa che, ancora nel 1863, egli era ostile al voto universale maschile, per queste stesse ragioni: eletto deputato nel 1867 dal suffragio universale, si convinse del suo errore, come si convinsero tanti altri con lui e dopo di lui; così, conquistato il voto alle donne, le conversioni del senno di poi crescerebbero all’infinito.

Ma io veggo già Turati, che, attenuando tutte le riserve del partito socialista, si trincera sempre più dietro la “legge di gradualità„, a cui “le ammirevoli„ lavoratrici dell’Austria avrebbero — egli crede — fatto così encomiabile omaggio. Ma, anche qui, è un errore madornale. In Austria, il partito e le donne socialiste accettarono bensì il solo suffragio maschile; lo accettarono come un acconto, non perchè avessero accampata la necessità di siffatta gradualità sin dagli inizî della lotta. Scacciate dalle prime trincee, le classi privilegiate, repugnanti ormai da adoperare i fucili e le mitragliatrici, pensarono di ridurre il danno a metà, escludendo dalla vittoria le donne, la cui missione esse avevano tradizionalmente simboleggiato nelle famose tre K: Kinder,