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scadenza, se la propaganda nel paese, oggi che scriviamo, si è a mala pena e debolmente iniziata? Forse l'averne fatto una “pregiudiziale„ spiegherà l’incredibile prodigio?!

In Francia, il suffragio universale, sbocciato dalla Convenzione, passa attraverso le barricate della monarchia di luglio del 1830 e i giorni sanguinosi del ’48, per trionfare nel ’52 con Napoleone III, che ha bisogno del plebiscito dei contadini per proclamarsi imperatore.

In Germania lo introduce Bismarck per l’unificazione dell’Impero; ma una lunga propaganda lassalliana e diretta a insegnarne il buon uso al proletariato. L’agitazione per il suffragio universale per le singole Diete dura da ormai 17 anni, e solo ora è forse alla vigilia del successo, dacchè quel proletariato, pur così legalitario per tradizione, sa affrontare anche le bajonette e fa le sue domeniche rosse a Francoforte e a Berlino.

In Belgio è dal 1830 che si succedono i periodi rivoluzionarî per la conquista del suffragio universale. Nel 1848, nei primordî della Internazionale prima del ’70, nell’85 agli inizî del Parti Ouvrier, nel ’90 e fino agli ultimi scioperi generali, l’agitazione ha riprese e convulsioni periodiche; ma la conquista è sempre di là da venire.

E chi non ricorda, in Austria, nell’ultimo ventennio, la propaganda infaticabile, i primi maggio solenni dei centri industriali, le formidabili manifestazioni di Vienna innanzi al Parlamento e alla Reggia?

E sono questi i paesi dove, per lo sviluppo industriale, per le rivoluzioni già trionfate, per un cumulo di coefficienti, il trionfo del suffragio doveva esser più facile.

L’Italia — dovesse anche avere più propizî i fati politici — non si sottrarrà però alla legge comune. Solo una propaganda instancabile, proseguita per anni, forse non scevra, nell’Italia meridionale, anche di conflitti dolorosi, potrà suscitare l’esercito dei privi del voto, determinati a conquistarlo per difendere con esso i loro interessi di classe. E perchè, allora, dal reclutamento escludere le donne?

Direte, nella propaganda, che agli analfabeti spettano i diritti politici perchè sono anch’essi produt-