Pagina:Il tesoro.djvu/316


— 306 —


punto per ciò, ma noi, per evitare ogni scandalo, l’abbiamo persuaso del contrario.... E abbiamo cercato un altro.

— Chi?

Alessio sorrise ancora, portò due dita al collo, per accomodarsi la collana trapuntata della camicia, e torcendo un po’ la testa disse: — Carta-Selix.

Elena si rabbuiò in viso e fu per protestare, ma non abituata a dimostrare a nessuno i suoi segreti sentimenti si dominò e: — Sta bene — disse freddamente.

Verso sera rivide il giovine, arrivato da pochi giorni, e col quale tutti credevano si amassero ancora; ma Cosimo, che accompagnava la sorella, fu il primo ad accorgersi come ella non amava più l’antico innamorato. Lo trovarono in chiesa che aspettava: era un giovane alto e magro, d’una certa distinzione, ma pallido, con la barbetta nera a punta, occhi castani, un po’ affossati, un po’ stanchi.

Elena lo rivide con indifferenza, quasi non l’avesse mai conosciuto, e quest’impressione cresceva a misura che, guardandolo, lo trovava completamente cambiato nel volto e nel portamento.

Anch’egli la trovava cambiata; era sottile e pallida, e il vestito di seta color violetto chiaro, e l’ombra del cappello nero le davano un’aria tristissima.

La chiesa era deserta, ma da una delle porte