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simile proposta. Molte persone dicevano però ch’egli aveva sposato segretamente Cicchedda, e donna Francesca si domandò se ciò era vero.
Elena guardò sua madre, e Alessio, seguendo il suo sguardo, vide gli occhi di donna Francesca fissi in lui; si turbò più che mai e gridò fra sè: — Cosa ho fatto?
Non sentì chiaramente quanto gli rispondevano, ma percepì un rifiuto freddo e dignitoso, e vide sul volto di Cosimo un sorriso ironico che gli diceva:
— Che uomo stravagante tu sei!
Tosto però accadde una rapida reazione entro il suo animo fiero. Perchè si vergognava, in fine? Non era per sua figlia che cercava una madrina?
— La legittimerò! — disse, con fierezza; gli occhi gli ridiventarono limpidi. Quindi aggiunse, riprendendo il vago sorriso con cui era entrato:
— Non ci vedrà nessuno; si farà domani sera verso l’imbrunire. Vuole chiamarla Elena, come te, Elena....
Elena s’intenerì, e ricordò che da molto tempo Cicchedda le aveva detto:
— Chiamerò Elena la mia creatura, se lei me lo permetterà, e lei la farà cristiana.
— Se sarete sposati — aveva risposto.
— Dio lo voglia; e lei preghi per me.
E talvolta ella aveva pregato per la sua umile ammiratrice; ora nel passo di Alessio vedeva un buon avviamento verso il bene, e non lo giu-