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raramente si potrà tribuirla a monsignor Cadolini. Non così può succedere per ora degli atti dei consigli provinciali novellamente istituiti fra di noi. Gli atti di questi consigli sono incomunicabili, e non dovrebbero esserlo. Il giornale che nell’istituzione promise di ripeterlo fu soppresso dal ministero che lo aveva antecedentemente consentito, per le sollecitudini vocali e scritte di monsig. Capelletti governatore di Roma, e direttore generale di Polizia1. Negli attuali momenti, in che le alte potenze sono unanimemente convinte della nostra infelice situazione, non sarà inutile far loro bene intendere la necessità della pubblicazione di questi atti nel modo che il giornale

  1. Eccone il tenore. Il terzo articolo sarà interessante a noi e curioso agli stranieri. Noi riferiremo i risultamenti dei consigli provinciali, che in legal forma ci venghino rimessi franchi, insiememente ai progetti, alle aringhe, alle proteste de’ signori consiglieri, intendendosi che tutto porti seco il carattere della saviezza del secolo. Al corpo diplomatico residente in Roma fu spedita da Perugia per la posta una copia del manifesto, ma sappiamo di certo che tutti non lo ricevettero.