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a scaricare i crollanti edifici delle infelicissime Foligno, Assisi, Spello, Bevagna, Cannara, Bastia.

Nella città di Perugia non fu lieve, ma molto dannosa non fu in proporzione. Quivi come altrove l’ordine sacerdotale era raccolto nei templi alla recita dei divini offici. Quivi come altrove la classe degli agiati si assideva a mensa, o vi si era assisa da poco, o era prossima ad assidervisi. Quivi come altrove il ceto degl’industriosi era ritornato alle rispettive occupazioni, o nelle botteghe o nelle case. Quivi come altrove il popolo era tutto al coperto per liberarsi dalle acque. Ciò malgrado pressochè minimo fu il numero de’ feriti.

La Torre di S. Pietro de’ Cassinesi osservata da parecchi, fu vista ondulare come il pioppo insiememente alla Torre del Pubblico. Il palazzo del Governo, la Sapienza nuova e vari altri edifici ebbero alquanto a soffrire. Nelle carceri, ove il volgo crede follemente non potere il terremoto far breccia, la cappella e parecchie secrete, fra le quali l’occupata da un