Pagina:Il terremoto del 1832 nello stato ecclesiastico.pdf/18

12

tempo ti sembra di percuotere il tristo rammentati, che sei Padre ancor di lui, e che la tua correzione non può non esser paterna. Pater noster.

Alle due della sera del giorno stesso l’amena valle dell’Umbria è vittima di un terribilissimo uragano, che i cammini di molte case schianta dalle radici. Cinque minuti non iscorrono di tanta violenza, che, abbrividisco a ripeterlo, la terra fu agitata da moto succussorio, ondulatorio, vorticoso per sedici secondi1. Parve che le fondamenta di ogni abitazione volesse l’impeto distaccare dal suolo... Da quel punto non passò giorno, e nel 13 segnatamente, ora non passò che il flagello non fosse rinnovellato con maggiore o minore gagliardìa. Fino al giorno 25 febbraio varie scosse tornarono

  1. La presenza di spirito di due professori Perugini lontani fra di loro, ma unanimi nell’idea, riescì a stabilirne la precisa durata per la numerazione delle battute de’ rispettivi loro polsi. Ci sarebbe gratissimo intendere, come Verona ha potuto calcolare a quaranta secondi la durata del suo terremoto del giorno 13 marzo, in che verun danno la città è andata a soffrire.