Pagina:Il terremoto del 1832 nello stato ecclesiastico.pdf/12

6

frenetici di ogni partito, e fece tremare la terra1. Cosa più miserabile e insieme più superba di quante sono nel mondo, dirò ad ogn’uomo con Plinio, vieni meco a meditare il luttuoso quadro del Terremoto, che sul principio dell’anno secondo del settimo lustro del secolo xix, venne a premere fieramente due delle più vaghe provincie degli Stati romani. Io intendo in questa patetica meditazione di meco condurre gli antichi e i moderni filosofi. «L’opinione, ch’è un vano, leggero, crudo ed imperfetto giudizio delle cose, è incostante, incerta, ingannevole, pericolosa guida. Ella è madre di tutti i mali, di tutte le confusioni, di tutt’i disordini: da essa procedono tutte le passioni e tutt’i torbidi: ella si fa scorta del

  1. Il sig. Giacomo Bertini nel num. 30 della Gazzetta di Lucca, ragionando del terremuoto, per rassicurare il cuore de’ pavidi conclude poeticamente

    «Che attesa la miglior filosofia
    «Son le cose del Ciel, cose, innocenti.

    A noi pare, che la conclusione non sia degna del secolo in cui viviamo.