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di tre gradini, all’ombra d’un baldacchino di velluto controtagliato, veneziano, del secolo XVI, con fondo di argento dorato e con ornamenti d’un color rosso sbiadito a rilievi d’oro riccio; il quale in antico doveva essere un paramento sacro, poichè il disegno portava inscrizioni latine e i frutti del Sacrifizio: l’uva e le spiche. Un piccolo arazzo fiammingo, finissimo, intessuto d’oro di Cipro, raffigurante un’Annunciazione, copriva la testa del letto. Altri arazzi, con le armi gentilizie di casa Sperelli nell’ornato, coprivano le pareti, limitati alla parte superiore e alla parte inferiore da strisce in guisa di fregi su cui erano ricamate istorie della vita di Maria Vergine e gesta di martiri, d’apostoli, di profeti. Un paliotto, raffigurante la Parabola delle vergini sagge e delle vergini folli, e due pezzi di pluviale componevano la tappezzeria del caminetto. Alcuni preziosi mobili di sacrestia, in legno scolpito, del secolo XV, compivano il pio addobbo, insieme con alcune majoliche di Luca della Robbia e con seggioloni ricoperti nella spalliera e nel piano da pezzi di dalmatiche raffiguranti i fatti della Creazione. Da per tutto poi, con un gusto pieno d’ingegnosità, erano adoperate a uso di ornamento e di comodo altre stoffe liturgiche: borse da calice, borse battesimali, copricálici, pianete, manipoli, stole, stoloni, conopei. Su la tavola del caminetto, come su la tavola di un altare,, splendeva un gran trittico di Hans Memling, una Adorazione dei Magi, mettendo nella stanza la radiosità d’un capolavoro.

In certe iscrizioni tessute ricorreva il nome