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Sempre, mia figlia mi conforta; e mi guarisce da ogni febbre; come un balsamo sublime.

Ella dorme, nell’ombra rischiarata dalla lampada che è mite come una luna. La sua faccia, bianca della fresca bianchezza d’una rosa bianca, quasi si sprofonda nell’abbondanza de’ capelli oscuri. Pare che il fino tessuto delle sue palpebre appena appena riesca a nascondere nell’interno gli occhi luminosi. Io mi piego su lei, la riguardo; e tutte le voci della notte si estinguono, per me; e il silenzio per me non è misurato che dalla respirazione ritmica della sua vita.

Ella sente la vicinanza della madre. Leva un braccio e lo lascia ricadere; sorride dalla bocca che si schiude come un fiore perlifero; e per un istante tra i cigli appare uno splendore simile all’umido splendore argenteo della polpa d’un asfodelo. Come più la contemplo, diventa alla mia vista una creatura immateriale, un essere formato dell’elemento as dreams are made on.

Perchè, a dare un’idea della sua bellezza e della sua spiritualità, sorgono spontanee nella memoria imagini e parole di Guglielmo Shakespeare, di questo possente selvaggio atroce poeta che ha così melliflue labbra?

Ella crescerà, nutrita e avvolta dalla fiamma del mio amore, mio grande unico amore....

Oh Desdemona, Ofelia, Cordelia, Giulietta! Oh Titania! Oh Miranda!

24 settembre. ― Io non so prendere una risoluzione, non so fare un proposito. Io mi abban-