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detto: ― Somiglia Giulia Moceto; è vero? ― Egli non ha risposto e ha voltato il foglio con minor lentezza. Allora ella ha soggiunto, ridendo: ― Lungi le imagini del peccato!

Questa Giulia Moceto è forse una donna che un tempo egli amò? Voltato il foglio, ho provato un incomprensibile desiderio di rivedere l’arcangelo Michele, di esaminarlo con maggiore attenzione. Era curiosità soltanto?

Io non so. Non oso guardarmi dentro, nel segreto; amo meglio indugiare, ingannando me stessa; non penso che o prima o poi tutte le terre vaghe cadono in dominio del Nemico; non ho il coraggio di affrontare la lotta; son pusillanime.

Intanto, l’ora è dolce. Ho una imaginosa eccitazione intellettuale, come se avessi bevute molte tazze di tè forte. Non ho nessuna volontà di coricarmi. La notte è tiepidissima, come in agosto; il cielo è chiaro ma velato, simile a un tessuto di perle; il mare ha una respirazione lenta e sommessa, ma le fontane riempiono le pause. La loggia m’attira. Sogniamo un poco! Quali sogni?

Gli occhi delle Vergini e delle Sante mi perseguitano. Vedo ancora quegli occhi cavi, lunghi e stretti, con le palpebre abbassate, di sotto a cui guardano con uno sguardo affascinante, mite come quel d’una colomba, un po’ obliquo come quel d’una serpe. “Sii semplice come la colomba e prudente come la serpe„ ha detto Gesú Cristo.

Sii prudente. Prega, córicati e dormi.