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280 Capitolo nono

bini: in qualche luogo i carnefici, oppressi dal soverchio lavoro, stracchi, istupiditi, rifiutano l’opera consueta, rinunzian l’officio.

Gli effetti di tale giustizia sorpassano l’aspettazione di coloro stessi che l’amministrano: Niccolò Remy, giudice in Lorena, esclama in un accesso di legittimo orgoglio: “la mia giustizia è così ben fatta che in un anno sedici streghe si sono uccise di propria mano per non capitarle sotto.„ Bisogna pur dire, a onor del vero, che i protestanti non si mostravano punto da meno dei cattolici in così fatta bisogna. Lutero, non solo credeva alle streghe, ma esprimeva il desiderio che fossero tutte bruciate, e fra coloro che più si adoperarono a tener deste le false credenze, e a rendere più violenta la procedura, tiene principalissimo luogo Giacomo I d’Inghilterra, il re pedante e poltrone. Così in tre secoli, mercè il concorde lavoro di cattolici e di riformati, furono spente, non decine, ma centinaja di migliaja di vite umane.


Ora è da por mente che il giudice, nei processi, aveva a fronte, visibile, la strega, invisi-