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272 Capitolo nono

demonii solamente al giuoco; ma ne ricevevano visite frequenti nelle proprie lor case, in quelle tetre officine dov’erano insieme accozzati gli ordigni, le suppellettili e le mille sozzure dell’arte; andavano con esso loro a diporto, li tenevano in luogo di mariti, e in segno di cara dimestichezza li chiamavano con nomi, non diabolici, ma umani, e spesso carezzevoli, oppure con soprannomi curiosi e bizzarri. Quelli erano con le drude larghi di donativi, i quali, per altro, mostravansi ancor essi non di rado pieni di diabolica falsità, convertendosi le monete in foglie secche e in trucioli, le gemme in mota, se non in peggio. Ingravidate dai diavoli, le streghe spesso partorivano mostri, i quali avevano, quando figura umana, e quando belluina. I diavoli poi, non contenti delle infinite streghe ond’era già pieno il mondo, andavano in giro facendo i bellimbusti, vestiti da cavalieri, e seducevano, e traevano ai loro servigi donne e ragazze. Per poter attendere più liberamente ai fatti loro, le streghe usavano di tramutarsi in gatte, e così tramutate andavano attorno la notte; onde si diè più d’una volta il caso che