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Anno XIV. 7 Agosto 1915. Num. 31-32.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Diboscamento e decadenza.
Religione. —Vangeli delle domeniche X e XI dopo la Pentecoste. II mercato degli schiavi nel Marocco.
Beneficenza. —Commissione per il pronto invio d’indumenti al fronte.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.


Educazione ed Istruzione


Diboscamento e decadenza


In origine il diboscamento fu un’opera di civiltà, poiché per lavorare la terra era necessario distruggere le foreste che la coprivano. Senonchè questa distruzione minaccia a sua volta di decadenza la civiltà.

Gli alberi hanno una parte molto importante nella metereologia di un paese; essi filtrano, per cosi dire, l’acqua piovana e la restituiscono lentamente ai ruscelli e all’atmosfera, opponedosi colle loro radici al rapido scolo del liquido elemento; e non solo gli alberi ritengono l’acqua, ma anche l’attirano e rendono la pioggia più ricca, più frequente e meno torrenziale. Nell’isola di Malta, da quando furono tagliati gli alberi per far posto alla coltivazione del cotone la pioggia si fa desiderare talvolta persino tre anni; al contrario nell’Isola di Sant’Elena il rimboscamento che vi è stato eseguito ha fatto aumentare la quantità di pioggia, la quale è ora il doppio di quel che era al tempo di Napoleone.

Quando il diboscamento viene limitato alle pianure, il male è relativo, perchè i campi continuano a ricevere con una certa regolarità le acque che vengono dalle montagne, e solo le pianure argillose, nelle quali lo scolo delle acque avviene difficilmente, soffrono della mancanza d’alberi, giacché l’acqua non più aspirata dalla vegetazione, ristagna, formando delle paludi. Ouando, però, la montagna è priva di alberi, allora il danno è gravissimo. Le pioggie possono anche non essere meno frequenti, ma sono torrenziali, e l’acqua che esse riversano, non trattenuta da nessun ostacolo, cola rapidamente sul

suolo denudato, trascinando seco dapprima terra vegetale, poi dirompendo con opera lenta ma costante lo scheletro roccioso della montagna, e invece di scendere nelle pianure con una certa regolarità, v’irrompe impetuosamente cagionando inondazioni e danni irreparabili.

Da secoli e secoli gli scienziati si sono affannati a dimostrare i danni del diboscamento, ma in generale essi sono stati ben poco ascoltati. Eppure la storia dovrebbe insegnare.

Al tempo della prosperità d’Israele, in quella terra di Palestina che Mosè chiamava: un paese di fonti, di ruscelli e di laghi, un paese di grano, d’orzo, di vigne, di fiumi, in cui l’uomo non ha altro da fare che accumulare provviste per mettersi al sicuro dalla carestia n, vi era una popolazione fittissima; e quando David fece il computo dei suoi sudditi, trovò in Israele 1.100.000 adulti, senza contare le donne, e 470.000 ne contò nel paese di Giuda. Oggi la verde Palestina si è ridotta, come dice Lamartine, parlando dei dintorni di Gerusalemme, «a una serie di montagne senza ombra, valli senz’acqua, teri a senza verzura»; gli alberi se ne sono andati e la popolazione è sparita anch’essa. Lo stesso è accaduto nell’Arabia, che un tempo giustamente fu chiamata «felice» e che, già sede di fiorenti Stati, è oggi ridotta a un deserto; e altri esempi vengono forniti dal Turchestan, dall’Algeria, dalla Tunisia, dalla Persia, dal Perù, ecc., ecc.

E non manca nemmeno la prova inversa; non mancano, cioè, i paesi nei quali la ricchezza è tornata per effetto del rimboscamento. Così, p. es. gli Americani trasformarono del tutto i canons del Colorado e del Nebraska, che in tempi remoti erano abitati da una popolazione numerosa, che in seguito furono rovinati dal diboscamento, e che già presentano un aspetto fiorentissimo. Un’opera simile fu intrapresa dai Francesi nella, pianura di Sfax con la ricostituzione degli antichi oliveti che gli Arabi avevano distrutti.

E’ un fatto che i popoli i quali diboscano sono minacciati di decadenza.

Se si calcola la superficie coperta da boschi in ciascun Stato europeo, si vede che gli Stati in cui