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IL BUON CUORE 360


PER I PIU PICCINI

NATALE 1915

DIALOGO

EMMA E’ inutile; quest’anno non ne ho voglia! Non mi par nemmeno che sia Natale!... Come si può pensare al divertimento, mentre tanti e tanti soffrono e muoiono?... BIANCA Quasi quasi ti dò ragione, sorellinal... Natale!... La dolce festa dell’amore e della pace Che ironia pronunziar queste parole, mentre sul mondo infurianó l’odio e la guerral... EMMA Gli altri anni il Natale radunava intorno al focolare domestico i cari lontani: padri, mariti, fratelli, figlioli, che le necessità della vita tenevan lontani da casa, viaggiavano anche una giornata intera, pur di trovarsi in famiglia nella sera benedetta che precede il Natale; pur di ascoltare la Messa di mezzanotte nella chiesa consueta... E meglio se la cara chiesina era quella del villaggio nativo, perduta nella vasta pianura, o arrampicata sul monte, fra i boschi, in mezzo alla neve... La campana li chiamava giocondamente„. BIANCA Altro che campane, quest’anno, cara mial... Rombo di cannoni, scoppio di granate, crepitìo di fucili... In ogni casa c’è un’ansietà, se non c’è un lutto! Chi ha i suoi cari nelle gelide trincee, dove le membra si assiderano; chi li sa languenti negli ospedali; chi li piange morti.... EMMA E i dispersi?... Non pensi tu a questa terribile parola: «disperso?». La madre che ha la sventura di saper caduto sul campo un figlio, lo affida al Signore; se è malato o ferito, sa che c’è chi lo cura amorosamente; se è prigioniero, spera di rivederlo a guerra finita... Ma se è disperso!... Non saper nulla di nulla! Pensare che forse è morto in una gola di monte, in un burrone, senza un conforto,- senza una parola amical... BIANCA Taci, taci!... Mi si stringe il cuore!... Eppure il nostro Parroco diceva l’altro giorno che da tutto questo male Iddio deve ritrarre qualche gran bene!... Come?... Lo sa Lui solo... ma è impossibile che Egli, misericordia infinita, mandi il flagello senza pensare al sollievo!... EMMA M’hanno fatto imparare a scuola una sentenza del Manzoni, che combina perfettamente con quel che tu dici: «Iddio non turba mai la gioia de’ suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande». BIANCA E allora perchè disperare?.... Se ci sorregge la certezza che Dio ci aiuterà, che unirà tutti questi dolori

a quelli ch’Egli soffrì sulla Cgoce per la salvezza del mondo, siamo più coraggiose e più serene!... EMMA E festeggiamo il Natale!... Non con divertimenti chiassosi, ma con qualche opera buona... BIANCA l’Albero di Natale pei bambini poveri, Vogliamo far che hanno il babbo alla guerra? EMMA Lascia stare L’albero!... Moda tedesca, che noi abbiamo adottata per la solita smania di scimmiottare quel che si fa oltre le Alpi!... Che c’entra, in verità, un albero con la nascita di Gesù?... BIANCA E allora facciamo il Presepio! EMMA Certamente, il Presepio!... quello è proprio di oriSan Francesco lo fece per primo nelgine italiana’ la chiesa di Greccio, fra i monti dell’Umbria; perciò il Presepio, oltre parlarci del Signore, ci parla del Poverello d’Assisi, il santo dell’amore e della pace; quello che, con la sua intercessione, può far sì che.Dio renda al mondo questi due immensi beni, che ora sembra siano volati via... BIANCA Facciamo dunque il Presepio, per festeggiare il Natale e inchiniamoci tutti davanti al Santo Bambino, implorando da Lui la vittoria per le nostre armi, la pace su la terra intera, l’amore fra tutti gli uomini di buona volontà! SILVIA ALBERTONI - TAGLIAVINI.

Tra i feriti

Quel pomeriggio cominciava il mio turno di visitatrice in un Ospedale di feriti. Indossai trepidante la divisa dalla rossa Croce che fiammeggia sul petto e sulla fronte e mi avviai. Confesso che il cuore mi batteva forte: mi sarei finalmente trovata vicina a quegli oscuri eroi, che da mesi combattono sulle Alpi nevose, irrorandole del loro sangue generoso e strappando al nemico palmo a palmo quella terra che fu già nostra, che deve esserlo ancora e sempre. Ricordavo i mille episodi di valore quasi sovrumano che aveva letto sui giornali, o udito raccontare, provando un senso di pena e d’orgoglio difficile a esprimere; quante volte non avevo sentito gli occhi pieni di lagrime e l’anima in tumulto a quelle epiche narrazioni! Li avrei alfine veduti quei forti e gloriosi soldati d’Italia, che tutto il mondo civile onora, ma non baldanzosi come alla partenza, sibbene con le sacre stigmate del dolore, che me li rendeva ancor più degni di ammirazione. Così, assorta ne’ miei pensieri, mi avvicinavo all’Ospedale, quando mi scosse una vocina infantile che diceva: «Oh, mamma, guarda la Madonna!». Era un bimbo di forse quattro anni che colpito dal