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IL BUON CUORE 364


lasci pure, così come è, il Monumento a Vittorio Emanuele, evitando molte e gravi questioni artistiche e finanziarie: limitiamoci alla planimetria intorno al monumento: la parte concava dovrebbe incominciare, ai piedi ed all’intorno del Monumento, risalendo in lieve pendio verso l’estremità circolare della piazza, fino al rialzo sul quale corrono i binari del Tram. Con quali conseguenze? Con due conseguenze, che appaiono subito all’evidenza, di immenso vantaggio alla piazza e insieme al Duomo. Ponendosi in fonda alla piazza, e guardando la facciata del Duomo, abbassato il rialzo che ne impedisce la vista, la facciata si vedrebbe tutta dalla base alla cima, abbracciando insieme coll’occhio anche la lunga e maestosa scalinata, che pur tanto contribuisce e deve alla facciata grazia e maestà. Non resterebbe esclusa dalla "visuale che la parte intercettata dal monumento di Vittorio Emanuele 11, parte limitata pur nella sua grandezza. Una seconda conseguenza non meno importante. La piazza del Duomo è abbellita da un giardino piantumato a fiori e con tappeti verdi, diviso in quattro spicchi, che ora salgono all’ingiro dal fondo della piazza verso il monumento. Per effetto del rialzo del terreno, a forma convessa, non si può vedere che uno spicchio solo per volta, impedendosi a vicenda di vedersi fra loro simultaneamente: il giardino, complessivamente è grande, all’occhio appar piccolo, perchè non se ne vede che una quarta parte sola. Si abbassi il livello del terreno a forma concava intorno al monumento., Che dolce sorpresa, che bellezza! Il giardino, ne’ suoi quattro spicchi, si vede, dall’alto al basso, tutto in un colpo solo, ad eccezione della parte nascosta dal monumento; il giardino si vedrebbe in tutta la sua totalità, colla copia variata de’ suoi fiori, e colla bellezza de’ loro contrasti. Un’ultima conseguenza che acquista grande importanza in vista di un nuovo progetto ora ventilato, è la brevità maggiore di viabilità pei cittadini che, attraversando la piazza del Duomo, dalla via Torino, verso il Corso Vittorio Emanuele e dalla via Mercanti vanno verso la via Arcivescovado, e viceversa, mentre ora questo tragitto non può compiersi che facendo un lungo giro, costeggiando il binario dei tram, o salendo la collinetta sulla quale sorge il monumento, con scomodo delle persone e perdita di tempo. Alla pubblicazione dell’articolo sul Buon Cuore fatta la prima volta, la più grata sorpresa colpì tutti i negozianti che colle loro botteghe stanno intorno alla piazza del Duomo: vedevano a un tratto tutte le botteghe che stanno loro di fronte dalla parte opposta della piazza, con di più il grandioso spettacolo del giardino, che in graziosa conca si presentava loro dinnanzi. Molti biglietti di visita e di congratulazione ci furono allora inviati dai negozianti e dagli abitanti della piazza. Ma perchè, ci si disse, non avete parlato prima? Perchè non avete fatto conoscere prima questo mo do speciale di vedere? Così bello, poteva essere il preferito. Adesso la cosa è fatta: cosa fatta capo ha. Perchè non ho parlato prima? Perchè prima non sapevo che cosa si facesse. Era stato eretto in mezzo della piazza un grande assito, che nascondeva all’occhio dei profani quanto si andava facendo nell’interno: si sapeva che si stava lavorando per mettere a posto in modo conveniente il monumento; si sapeva che il monumento del Rosa era bello, che aveva ottenuto la palma del trionfo in un pubblico concorso; si sapeva che il monumento collocato in mezzo alla piazza del Duomo doveva riuscire il coronamento di un’opera da molto tempo desiderata e aspettata: Duomo.... Rosa.... monumento equestre del padre della Patria... piazza del Duomo... elementi tutti si riunivano a formare un oggetto solo e grande, formato nella immaginazione dalla grandezza di tutti... Finalmente l’assito che copre il gran mistero si scopre; che appare? Spavento, misericordia! La piazza del Duomo non c’è,. più: al suo posto vi è una collinetta che toglie la prospettiva della piazza da tutti i lati: il monumento che, veduto al basso nello studio dello scultore, era apparso una meraviglia di imponenza e di finitezza, collocato così in alto, perdeva tutto il pregio specialmente dei dettagli; la sommità del monumento andava a confondersi coi comignoli del tetto delle case; veduto poi, venendo in piazza dalla via dei Mercanti, le quattro gambe del cavallo si incrociano in modo così disgraziato da parere tre, dando l’impressione di mancanza di equilibrio; insomma per più ragioni l’opera era riuscita una vera impresa mancata, una stonatura, una sconciatura; e una sconciatura pur troppo permanente, perchè come nutrire lusinga che, pur con tante ragioni di mutamento, si volesse mutare? Una circostanza nuova, che abbiamo conosciuto in questi giorni, ci permette, anzi ci invita a mettere il quesito ancora sul tappeto. Da fonte degna della maggiore attendibilità, siamo stati assicurati che nell’ufficio tecnico municipale si va studiando il progetto di costruire una via sotterranea sotto la piazza del Duomo, che riunisca in linea retta, la via Torino e il corso Vittorio Emanuele Il, la via Mercanti e la via Arcivescovado, e ciò allo scopo di rendere più breve, e comoda la viabilità ai cittadini. Benissimo: ma è un ripiego per togliere un errore: non si potrebbe addirittura, e con minor spesa, togliere l’errore? La costruzione del tunnel, ignoriamo la spesa, ma, per l’estrazione della terra e l’armatura della volta, deve importare una spesa ben grave; certo magpiore della spesa richiesta per la semplice rimozione della terra per dare alla piazza la forma concava: la forma concava darebbe alla piazza la ricercata via più breve, ma una via all’aperto, in mezzo ai fiori del giardino: si avrebbe il vantaggio del tunnel. senza lo sconcio e la spesa del tunnel.