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IL BUON CUORE 343


Prima di chiudere facciamo una osservazione di massima. Il male pornografico non è un male dei nostri giorni: esso è antico quanto i castighi che l’hanno rurio, il Diluvio universale, il fuoco su Sodorna e Gomorra. La causa della pornografia è nella natura umana; è nella propensione al male, conseguenza del peccato originale. In fondo ad ogni questione politica e sociale si annida sempre una questione teologica religiosa. Quindi i mezzi per combattere la pornografia ritornano sempre i mezzi coi quali la religione combatte le inclinazioni al male, cioè la fede e la penitenza. I complici della pornografia sono due elementi opposti: la irreligione e la corsa al piacere. Dove•la pornografia, nel suo svolgimento logico, ha compiuto la sua parabola più discendente, è la Francia, col suo spopolamento, colla soppressione delle culle; male che ha per causa, remota, ma ognor vivente, l’incredulità, inoculata nell’anima francese da Voltaire e da Rousseau. Che cosa ha tolto e toglie ai genitori la forza per compiere il più sacro dei doveri? L’irreligione che spegne nell’orizzonte dell’anima due verità: l’esistenza della vita futura, l’esistenza di Dio. Non c’è, si pensa, che la vita presente? Godiamola. Non c’è nessuno sopra dell’uomo, che comanda all’uomo? L’uomo diventa Dio, comanda a sè stesso. Parrà strano il dirlo: eppure tutti i rimedii contro la pornografia e la corruzione dei costumi, si possono ridurre, in ultima analisi, ad uno solo: Il Catechismo. E’ precisamente il rimedio che l’Italia ufficiale ha cacciato fuori dalle scuole. Il catechismo è Dio, il catechismo è la vita futura. L. VITALI. Libriccino confortatore in tempo di guerra

(Continuaz. vedi num. 47 )

La contemplazione della vita risorta e ascesa ci aiuta i realizzare il detto «che le pene dell’ora presente non hanno proporzione colla gloria futura». I nostri cuori e le menti nostre dovrebbero riempirsi di contentezza considerando il bene senza limiti e la vittoria senza fine che non potranno a meno di aiutarci a superare i nostri mali presenti, sapientemente portati

sulla terra. Nostro Signore non dal solo tabernacolo comunica


coi suoi amici, Egli si dà loro altresì per avvalorarli irr qu-sti


giorni di angustie e di prova, d’ansietà e di angoscia.


Forse nei tempi di prosperità noi pensammo poco al nostra


Divino Amico ’che è nella Eucaristia; poche furono le rostre

visite, rare le Comunioni. Ora che gli amici del mondo man ed utilizzati Se tutta la gioia e la gloria nostra non fossero

cano, e molti fra noi sono privati dei loro cari, possiamo volgere

che in prospettiva, e solo la desolazione e l’umiliazione, già

il pensiero al nostro Amico che ci è sempre compagno. A quanti

presente, potremmo essere tentati di disperare di quella gioia

chiedono il suo aiuto, Egli certamente arreca loro conforta.

e gloria. Sapere che Nostro Signore e l’innumera moltitudine

Per avventura Egli porterà in salvo i loro cari che sono andati

dei suoi Santi hanno già mietuto la messe seminata quaggiù

alla guerra. Se no, non possiamo tuttavia dubitare a meno che

nelle lacrime, ci anima a sperare una partecipazione a tuella

una volontà radicalmente cattiva prevenga l’opera del suo Amo messe. Benchè lo strepito degli eserciti combattenti sia og re che Egli compenserà gli amati perduti nell’eternità. Di più

gicli come il muggire di acque in furibonda corsa, già tuttavia

l’Eucaristia, il pane dei forti ci farà affrontare impavidi il peri l’Uom-Dio regna lassù in una gloria tutta calma, cui nessun

colo e la perdita. Adesso si compie nel SS. Sacramento la pa tumulto o guerra terrena valgono a turbare. «Cristo, essendo

rola del Salmista, «Benchè dovessi passare tra le ombre della

morto una volta, non muore più».

La vita mortale della terra non è che una, ed una volta sola dobbiamo passare per la porta della morte. Se noi moriamo bene in questa nostra unica morte, non dovremo paventare una seconda. La morte è la via, la sola via che mena alla gloria. Coloro che muoiono in grazia, sia sul campo di battaglia, oppure tranquilli nel loro letto, sono perciò appunto assicurati della gloria. La’ risurrezione e la gloria del risorto Salvatore, sono pegno infallibile che il soldato che cade, muore bensì ma per risorgere ancora e regnare per sempre con Cristo, che coloro i quali perdettero i loro cari, in verità non fanno che mandarli’ innanzi nella terra ove essi dovranno ritrovarsi e vivere assieme per l’eternità. Perciò la Risurrezione è soave consolazione alle di Lui membra sofferenti, il di Lui ritorno alla vita, un conforto nella loro morte, e la di Lui gloria presente, una promessa della loro gloria futura.

Conforto del SS. Sacramento.

«Lo chiameranno Emanuele, che si interpreta il Signore con noi.». «Ecco, io sono con voi sino alla consumazione dei secoli». Una delle più terribili angoscie di questi giorni di tanta angoscia, è certo la separazione dei parenti e degli amici; i mariti si vedono costretti a lasciare mogli e figli, in molti casi per non più rivederli. Dovranno poi i partiti trovarsi soli? No, perchè hanno Dio con loro. In Dio sono uniti in un vincolo indissolubile per quanto di corpo siano separati. Questo è il conforto per tutti quelli che credono in Dio e si trovano in grazia. Coloro che sono cattolici hanno un’altra presenza di Dio con loro, una più speciale e, per così dire, più tangibile presenza, quella di Dio incarnato nel SS. Sacramento dell’Altare. Nei nostri tabernacoli noi abbiamo un Amico sempre presente, un Aiuto nel turbamento, il divino Amante delle

dove possiamo trovare rifugio dalla tempesta che mugge a’ di

anime nostre. Quivi noi abbiamo un Cielo di pace e d’amore,

visita a Nostro Signore nel SS. Sacramento. Ma almeno essi

la morte sui campi di battaglia non godono il conforto di far fuori. Ivi dimora il nostro migliore amico che mai potrà dimenticarci e venirci tolto. Egli è vero che coloro i quali affrontano

hanno la consolante consape olezzt della di Lui presenza marre, non temerò i pericoli, perchè tu sei meco. Tu hai pre