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324 IL BUON CUORE


tenza per prepararsi a ricevere i benefici della redenzione, si estende anche a noi; identiche le condizioni, identici i doveri. La penitenza, per malti titoli è necessaria; è necessaria come virtù, come espiazione, come Sacramento.; la penitenza è perfezione, è" grandezza, è eroismo, è gioia. E’ necessaria come virtù. La virtù della penitenza sta nell’atto interno del cuore che detesta sinceramente le colpe commesse. La volontà ha commesso il peccato; la volontà lo detesti. Questa condizione è assolutamente necessaria a ricevere il perdono dei peccati presso tutti gli uomini, in tutti i tempi: possono mancare altre condizioni, non questa: non potrebbe dispensarvi neanche Dio: Dio non può perdonare il peccato all’uomo nel momento che l’uomo lo commette; e l’uomo commette peccato, quando, avendolo sull’anima, lo tiene, non Io detesta. La penitenza è necessaria come espiazione. L’espiazione è la prova materiale, esterna, che rimane a scontare, anche dopo che del peccato ci siamo pentiti, anche dopo che il peccato venne perdonato. Adant° pecca nel paradiso terrestre; Adamo si pente del suo peccato; Adamo ne riceve il perdono; ma Adamo per espiazione è cacciato dal paradiso terrestre; le lagrime cadranno dalla sua fronte; la terra si, vestirà di spine; cancellata la colpa, resta la pena. Davide pecca; Davide si pente; Davide riceve il perdono dei suoi peccati; ma Davide per espiazione deve coprirsi il capo di cenere, deve sopportare la ribellione di Assalonne, gli insulti di Semei: cancellata la colpa, resta la pena. La, penitenza è necessaria come Sacramento. Cristo, il Redentore del mondo, ha messo delle condizioni per accordare il suo perdono: la grazia del perdono è sua; possiamo noi imporre al Redentore il modo, ili tempo di accordarci il suo perdono? L’accordarcelo è somma bontà da parte sua, è sommo beneficio da parte nostra: qualunque cosa Cristo ci imponga, dovremmo sempre accettarla, con riconoscenza, con trasporto! Qualunque pena sulla terra, non, varrà mai la pena dell’inferno a cui si sostituisce. Quale è la condizione imposta da Cristo agli uomini per la remissione dei peccati? E’ una sola, ma esplicita, ma chiara, ma universale. Egli disse a’ suoi apostoli: coloro ai quali voi rimetterete i peccati, saranno riinessi, coloro ai quali li riterrete, saranno ritenuti. Si voltino e rivoltino queste parole come meglio piace, non si potrà mai togliere loro il senso naturale, spontaneo, che viene subito agli occhi dì tutti: per disposizione di Cristo i peccati non possono essere rimessi che pel ministero dei Sacerdoti! Alla Chiesa toccherà il ben determinare le modalità nell’esercizio di questo supremo potere, ma nessuno, se vuol con sicurezza ottenere; il perdono dei suoi" peccati, può sottrarsi dal ricorrere a questo potere. La Chiesa ha ben definito queste condizioni: è il Sacramento. della, confessione, con tutte le parti essenziali che lo costituiscono, esame, dolore, propo nimento, accusa, soddisfazione. Per ottenere ’il perdono dei peccati, bisogna passare di qui; il pèceato resta con tutte le sue fatali conseguenze sulla nostra coscienza in questa e nell’altra vita; in questa vita come ingratitudine, avvilimento morale, rimorso; nell’altra, vita, come condanna irrevocabile, inferno.

A questo punto, dobbiamo noi sgomentarci dall’obbligo della penitenza? Le turbe accorrevano intorno a Giovanni chiedendo con fervore, con ansia: che cosa dobbiamo noi fare per fare penitenza? Tale dovrebbe essere pure la nótra, sollecitudine. Che cosa dobbiamo noi fare per fare penitenza? Giovanni, che rispose alle -turbe, diventa pure il nostro maestro. La penitenza si riassume in due punti.: togliere il male, fare il bene. Raddrizzate i sentieri storti: le valli si riempiranno; i monti e le colline si abbasseranno; i luoghi tortuosi si raddrizzeranno e i malagevoli si appianeranno. Queste frasi immagino-, se ed iperboliche ravvolgevano un solo concetto: to-.’ gliete dall’anima vostra e dalla vostra vita tutto ciò che si oppone alla venuta del Redentore colla sua grazia; internamente togliete la colpa col dolore; allontanate gli odi, i cattivi desideri, giudizi tenierari, l’orgoglio, l’invidia, l’ira,. la vanità.... Fare il bene bene è vario nel suo esercizio, secondo le varie condizioni degli uomini: il bene è l’adempimento esatto per ciascuno dei doveri del proprio stato. Chi ha due vesti, dice Giovanni, ne dia una a chi non ne ha: è l’esercizio della carità: chi ha, dia a chi non ha. E andarono i gabellieri, i pubblicani, e dissero a Giovanni: e noi, che dobbiamo fare? Non esigete più di quello che vi è stato fissato. La giustizia, ecco un’altra gran norma della penitenza; dare a ciascheduno il suo, moralmente e materialmente; non offendere il diritto di nessuno. Anche i soldati interrogarono Giovanni: che dobbiamo fare anche noi? Non togliete, risponde Giovanni, il suo ad alcuno per forza e per frode, e contentatevi della vostra paga. La mansuetudine, la pazienza, con applicazioni pratiche nella vita di ciascuno della massima utilità ed importanza. Dietro questi riflessi, sotto quale aspetto ci si presenta la penitenza? La penitenza è la perfezione; la penitenza è toglier dall’anima, dalla vita, tutto ciò che è male; è porre nell’anima, è arricchire la vita di tutto ciò che è bene.. La penitenza è grandezza, grandezza morale, nel più elevato senso della, parola: penitenza è reprimere in, noi tutte le basse compiacenze del male, è suscitare in noi tutte le più nobili aspirazioni del bene; è affrontare con coraggio, con costanza, tutte le difficoltà della vita, non lasciarci vincere da esse, non piegare vilmente, ma viocerle: abstine et substine, aveva già detto la sapienza umana antica: astienti dalle cose cattive, sopporta le avverse: il cristianesimo non ripudia nella