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IL BUON CUORE 311


«E’ il tuo caso, o Teresa Roncoroni. Tu hai la compiacenza di vederti qui intorno la schiera ancor numerosa de’ tuoi figli, presentati >,come esempio di onorati cittadini e schietti e fervorosi credenti. Essi vennero formati dall’opera della tua educazione assidua, vigilante,affettuosa e severa ad un tempo: ed io ricordo una tradizione che ancora dura nel mio paese di Bellano, sul lago di Como, di una madre venuta a villeggiare con una numerosa schiera di figli, che, stretti gelosamente intorno (i sè, elevava alla vita della virtù e della fede, e riconduceva spesso ad esercizio di pietà nel Santuario della Madonna miracclosa di Lezzeno. La pietà fu sempre il salutare ingrediente della fede sua e dei figli, ed io non posso dimenticare un fatto che ne è una chiara prova, e segna un prezioso ricordo della sua vita: l’andata in pellegrinaggio in Terra Santa, accompagnata dal figlio sacerdote, che nelle processioni precedeva l’Arcivescovo colla Croce. Il cammino della sua vita, soggetta alle condizioni umane, non mancò di sventure: è il contrassegno delle anime dilette e provate da Dio: non è qui al tuo fianco il compagno presente nel giorno ’delle nozze, rapito da improvviso malore; non è qui la madre; nci è qui la prima delle figlie, un fiore di bellezza e di bontà, giovine sposa, rapita alla vita nel daq la vita. Essi non sono qui colla presenza materiale,.ra sono qui colla presenza morale, nella consolante verità della Comunione dei Santi, per cui i membri della Chiesa trionfante vedono ed attendono in Cielo i membri della Chiesa militarie rimasti in terra. A queste meritate consolazioni di carattere domestico, io non posso dimenticarne, come complemento, alcue di carattere patriottico. Il matrimonio celebrato cinquant’anni sono, si compieva all’indomani di avvenimenti che avev.! io dato la libertà e l’indipendenza alla maggior parte del paese, la battaglia di Magenta, la spedizione dei /INle; avveniva alla vigilia della guerra del 1866, che dava la libertà alla Venezia: oggi, dopo cinquant’anni siamo nel furore di una guerra nazionale, speriamo l’ultima, guerra che compirà i voti di tutti, nel vedere finalmente, finalmente ridonati alla nazione i suoi confini naturali, guarantigia della suo forza e della sua grandezeza futura. «La celebrazione della Messi, che chiamiamo la Messa delle nozze d’oro, coincide quindi con una bella ricorrenza: le nozze furono celebrate nel principio del Risorgimento nazionale, la Messa, che le ricorda, al compimento. «Le gioie religiose si confondono colle gioie cittadine, per formare una gioia sola, la gioia or1stiana, che nasce sulla terra e si perpetua nel Cielo )5. Sua Eminenza il Cardinale Andrea Ferrari, Arcivescovo di Milano, che aveva già conosciuto la si

gnora Teresa Roncoroni nel pellegrinaggio lombar do in Terrasanta, da lui guidato, fece dono alla signora Roncoroni, nell’attuale circostanza, di una bella fotografia, fatta più preziosa dalla seguente ‘ledica, in autografo: «Alla Riverita ed Ottima Signora Teresa Roncoroni Brambilla, splendido modello di Madre cristi:;na, che ricorda il 50° di sue sante Nozze, mando una speciale benedizione, e con Lei benedico i cari figli, nipoti e pronipoti suoi, augurando che l’es Ampio vivo di tanta Madre sia conservato per molti anni ancora a tutta la famiglia, e sia poi largamente da tutti ricopiato. Milano, 29 Ottobre 1915. Andrea C. Card. Arciv.

PADRE GAZZOLA PIETRO Barnabita.

Una notizia che colpiva dolorosamente molti nell’udirla, ci giunse per telegrafo il 2 novembre da Livorno: Padre Gazzola è morto! La notizia arrivò senza aggiunte, colla sorpresa accrescendo il dolore. Informazioni posteriori fecero sapere che Padre Gazzola si pose a letto il 27 ottobre, colpito da polmonite ribel le, che l’uccise. Una grave perdita ha fatto il clero italiano. Padre Gazzola era un guidatore di anime, un formatore di coscienze. Nei molti anni che egli resse, come Prevosto, la sua importante Chiesa di S. Alessandro in Milano, colla sua dotta parola sul pulpito, coi suoi autorevoli e pii ammonimenti nel Confessionale, coi suoi consigli nelle private conversazioni, egli esercitava una profonda influenza su molti spiriti, e specialmente sopra uno scelto manipolo di giovani colti. Egli fu vittima delle delicate questioni, sollevate dal Modernismo. Volendo accennare un neo nella sua condotta, forse non fu troppo prudente nel toccare sul pulpito argomenti scabrosi, forse usò qualche espressione, facilmente fraintesa da un pubblico, non sempre composto di persone dotte. Malgrado ciò, in una visita accordatami nel 1906 dal Sommo Pontefice Pio X, egli mi assicurava che il Gazzola sarebbe sempre rimasto a Milano. Quali influenze sopravvennero a modificare le benevoli disposizioni del Pio Pontefice? Per la sua virtù, cosi provata specialmente in questi ultimi tempi, pei meriti infiniti di Cristo, ifvenerato padre godrà ora le compiacenze serene di quel regno, che «Sol luce ed amore ha per confine.» Le anime nostre viventi del tuo ricordo, le illumina e conforta, o venerato amico,*colle tue súte preghiere, che noi corrisponderemo col nostro vivo e costante suffragio. L. V.