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IL BUON CUORE 307


il figliuol suo. I servi son tutti i mezzi usati da Dio per preparare gli uomini alla venuta del figliuol suo sulla terra. Quaranta secoli dalla creazione dell’uomo precedettero la venuta di Cristo: furono secoli di preparazione, secoli di inviti. Le promesse, le figure, le profezie, i miracoli, sono altrettanti richiami, altrettanti inviti che Dio rivolge all’umanità, perchè l’umanità si prepari, si rende degna a riceverlo, quando arriverà, il gran dono. Il primo invito suona all’esordio della vita umana: l’uomo cade nel paradiso terrestre; nello stesso giorno Dio fa la promessa della Redenzione coll’Incarnazione. Seguono le promesse fatte a Noè, ad Abramo, a Giacobbe, a Mosè, a Davide. La storia antica del popolo ebreo è popolata di figure, di fatti grandiosi, che sono come una anticipazione vivente, frammentaria, della persona e delle opere del futuro redentore: Abele innocente ucciso dal fratello; Abramo benedetto nelle sue generazioni; Giuseppe •venduto; Mosè legislatore; Sansone che morendo uccide i nemici.... Queste sono le figure; unite alle figure le profezie: la nascita del Redentore da • una vergine, il luogo della nascita di Betlemme, il tempo della nascita quattro secoli dopo la ricostruzione del Tempio; la predicazione di Giovanni che dice alle turbe: Voi non lo conoscete, ma il redentore, agnello di Dio, lo sposo è in mezzo di voi; e finalmente ecco lo sposo stesso, ecco il figlio di Dio, che si presenta e apertamente dice r Io sono il mandato dal Padre; venite tutti a me, venite alle mistiche nozze dell’anime vostre con Dio; sia t e tutti con me una cosa sola, come io sono una cosa sola col Padre. A questa pagina di storia universale fa riscontro la pagina dell storia intima dell’anima nostra con Di ). Quanti inviti ha fatto a noi Dio perchè l’anima nostra si unisse a lui! Il primo invito è Eaverci fatto nascere nel grembo della Chiesa Cattolica; e son poi tutte quelle grazie successive che prepararono, cheaccrebbero la vita spirituale in noi, finchè, consumazione di tutti i doni di Dio, ci fu concesso il bene della nostra unione sacramentale con Cristo, le nozze dell’anima nostra coll’agnello: L’Eucaristia è sulla terra verso gli uomini l’ultima parola dell’amor di Dio!

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Come si condussero gli uomini dinnanzi ai benefici di Dio? Trascurandoli. Gli uomini trascurarono i doni di Dio prima del diluvio universale; li trascurarono dopo la dispersione della Torre di Babele. A scemare le dolorose cònseguenze di questo oblio, il Signore, fra tutti i popoli prescelse un popolo privilegiato, che mantenesse viva la speranza.e l’idea delle nozze del figlio; fu il popolo Ebreo. Ahi, quante volte questo popolo si macchiò di ingratitudine! Ingratitudine nel viaggio pel deserto, ingratitudine nella dimora della terra promessa; ingratitudine nel modo con cui trattava i Profeti, che oli parlavano in nome di Dio. La vigilia dell’apparizione del figlio del re, dello sposo, viene in scena il precursore, Giovanni: Giovanni è messo in prigione, Giovanni, nel capo moz

zo, è portato sopra un disco da una cortigiana in un banchetto lascivo. Finalmente ecco lo sposo in persona: viene nella casa de’ suoi, ma i suoi non lo ricevettero, anzi l’uccisero! Come un bambino, sulle ginocchia di una madre in Betlemme, compiva, nella storia dell’umanità, la serie dei benefici di Dio, un uomo insanguinato, pendente da una Croce, ehiude la serie della ingratitudine degli uomini! La storia dell’anima nostra segna uno svolgimento. ahi troppe volte pari alla storia dell’umanità. Quante ingratitudini verso Dio! S. Paolo ha una parola terribile: egli dice che il peccatore, che commette un peccato grave, ripete moralmente il delitto dei Giudei, mette di nuovo in Croce il figlio di Dio. Riandando nel segreto della nostra coscienza la nostra vita dinanzi a Dio, possiamo noi escludere che un peccato grave non sia mai stato da noi commesso? La croce del Calvario, ingratitudine dell’umanità, si è eretta purtroppo più di una volta nella nostra vita, terribile testimonio dell’ingratitudine nostra!

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Che ha fatto il re, quando si vide maltrattati i suoi servi, che inviato lo stesso suo figlio, si trovò dinnanzi lo spettacolo di un cadavere? Mandò le sue milizie, sterminò gli omicidi, e diede alle fiamme la loro città. Iddio è buono, ma Dio è giusto: come buono, è inclinato a beneficare e benefica al di là di ogn’merito; ma Dio è giusto, e il punire diventa una necessità intrinseca della sua natura, della sua santità e della sua giustizia. Il Diluvio spazza dinnanzi a Dio l’umanità corrotta; le fiamme divorano le nefandità di Sodoma, di Gomorra; la schiavitù di Babilonia, e la distruzione del Tempio, segnano un primo castigo del popolo Ebreo: il secondo castigo, più terribile perchè segue al maggior dei delitti, è la distruzione di Gerusalemme, la rovina del secondo Tempio, e la dispersione del popolo ebreo sulla faccia della terra; fatto strano, fatto unico, avveramento vivente, perpetuo, di una profezia divina. E noi? Non sfuggiremo alla legge generale, chè homo natus de muliere repletur multis miseriis; la,terra è per tutti una valle di lacrime; membri della umana famiglia, le sventure, antiche o nuove che percuotono la terra, terremoti, innondazioni, lotte di classi, sono pur nostre sventure, e rappresentano la porzione di castigo, che i nostri peccati hanno attirato sopra di noi; ma ai castighi generali non dovremmo forse aggiungerne degli altri, nostri particolari, nostri non soltanto perchè caddero sopra di noi, ma perchè hanno in causa una nostra colpa, una malattia contratta, una figliuolanza indocile, una riputazione perduta; senza cancellare dall’orizzonte della nostra vita le ombre del rimorso che racchiudono la minaccia di un castigo misterioso, ultra mondano?

I disegni di Dio non saranno frustrati dall’ingratitudine degli uomini. Le nozze del,figlio si effettueran