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300 IL BUON CUORE


ne legittima. La costituzione civile politica italiana consta di due elementi: l’unità politica dell’Italia, la forma costituzionale, sotto la Casa di Sovoia. L’unità politica fu proclamata dai plebisciti, che, quando sono sinceri, e devono ritenersi tali quando non si possa provare il contrario, sono, secondo la dottrina tradizionale cattolica, la condizione di legittimità dell’autorità sociale. La forma costituzionale fu deliberata nel 1848 da re Carlo Alberto, colla promulgazione dello Statuto, accettato In seguito dal Parlamento, rappresentante la Nazione. Il secondo è di prender parte alle elezioni. Le elezioni sono il mezzo che crea gli elementi legislativi, fonte della vita nazionale. L’urna è la madre morale dello Stato. Il cittadino che accede alle urne è la madre che dà vita al figlio. Quale imperioso, quale importante dovere! con qual senno, con qual diligenza, con quale coscienza deve essere esercitato! Il terzo dovere è pagar le imposte. Lo Stato ha bisogno di mezzi per la sussistenza ed il funzionamento di tutti gli organi della vita sociale, vita legislativa, amministrati’ a, difensiva, progressiva. Chi deve prestar questi rn-2,.t.f? I cittadini, in cui bene funzionano gli orgei-iqrrii s. viali. Le imposte sono I’ alimento indispensabile della vita sociale. Gesù Cristo predica questo dovere col mezzo più eloquente: l’esempio. Il quarto dovere è l’imposta del sangue, la coscrizione. La coscrizione, creando l’esercito, crea la difesa interna ed esterna dello Stato. L’esercito può, assumere diverse forme: erano le milizie avventizie del Medio Evo; sono gli eserciti stanziali dell’epoca moderna; potrà essere in un’epoca avvenire la nazione armata; ma un esercito ci deve essere: il sacrificio può tornarci grave; corrispondente al sacrificio è il vantaggio. Ne abbiamo una prova nel momento attuale: proclamata la guerra, all’esercito è affidato il compito di riconquistare alla nazione i suoi confini naturali, condizione essenziale della sua libertà e indipendenza. Una parte di questa cooperazione pel bene sociale, nell’attuale momento, sta nel favorire la campagna contro la pornografia, promovendo misure di salutare coercizione dall’autorità governativa. Il quinto dovere è la onesta cooperazione di tutti i cittadini pel benessere dello Stato, nel rispetto alle leggi, nell’attività e nell’onestà dei commerci, nella moralità dei costumi, nel senso della solidarietà, per cui ciascuno pensa per tutti, tutti per ciascuno, origine di quelle esplosioni di carità universale, che si manifeStano nella vita ordinaria, colle opere di beneficenza, nelle circostanze straordinarie, colle sottoscrizioni, cogli aiuti personali.

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Questi sono i •doveri sociali, questo è un rendere a Cesare ciò che è di Cesare. Questi doveri esistono in ogni società costituita; esistevano anche quando

imperava fra noi un governo straniero; ma in quel tempo quanto era duro il compierli! Quanto era duro pagar le imposte, quando le somme introitate esulavano in altri paesi! quanto era dura l’imposta del sangue, quando l’arme posta in mano ai nostri fratelli,-ai nostri figli, era adoperata contro di noi, per tenerci soggetti, per tenerci schiavi! Oh, deve tornarci ben dolce, deve esqere ben caro, l’adempiere questi doveri• ora, ora che sappiamo che questi doveri sono fatti in vantaggio, in difesa della nostra patria, dell’Italia, dopo tanti• secoli di divisione e di schiavitù, risorta id unità e libertà! I disordini, le miserie fisiche e morali, le minaccie esistono ancora: la lotta contro il male è condizione per acquistare, conservare, accrescere il bene: armiamoci ciascuno della nostra forza per fare argine agli elementi dissolventi; sentiamo ciascuno la nostra responsabilità: la difesa sociale, bene di tutti, è dovere di tutti. Lo sappiamo: questa difesa è innanzi tutto l’opera del Governo, e per natura sua, e per delegazione avuta dai cittadini: ma quando il Governo sonnecchiasse, quando il Governo per qualsivoglia ragione venisse meno ai suoi doveri, tocca ai liberi cittadini ridestarlo, principalmente per mezzo de’ suoi legali rappresentanti, e dire alto ai ministri: o agite o partite. Non è la nazione fatta per le persone investite del Governo; è il Governo fatto per la nazione.

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Date a Dio quello che è di Dio. L’adempimento dei doveri sociali, il dare a Cesare quello che è di Cesare, è già un modo di dare a Dio quello che è di Dio. Ma il modo più diretto è l’adempimento dei doveri strettamente religiosi, i doveri che abbiamo come credenti, membri della società spirituale che è la Chiesa. L’autorità della Chiesa ha un’origine diversa della autorità dello Stato. Tutte e due le autorità vengono da Dio, ma in modo differente; l’autorità dello Stato viene da Dio mediatamente per mezzo della società, l’autorità della Chiesa viene immediatamente da Dio, per mezzo della volontà di Cristo, che fondò la Chiesa, ponendovi a fondamento gli apostoli, capo sopra tutti Pietro, per mezzo delle sacre ordinazioni, continuata nei loro rispettivi successori. La Chiesa, colla sua autorità è suprema maestra, suprema dispensatrice dei doni spirituali della grazia. Non siamo noi che diamo la autorità alla Chiesa; è la Chiesa che esercita la sua autorità sopra di noi, responsabile in questo esercizio soltanto dinanzi a Dio. Accettare il suo insegnamento, adempire le sue leggi, usare dei Sacramenti, è ciò che forma la vita spirituale, è ciò che ci rende santi sulla terra, è ciò che prepara il merito dei nostro premio eterno nel cielo; è ciò che costituisce veramente il dare a Dio ciò che è di Dio. I doveri naturali e sociali sono rappresentati dalla