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Anno XIV. | 16 Ottobre 1915. | Num. 42. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Educazione ed Istruzione
L’ideale della Pace :: :: ::
Quest’anno il premio Nobel per la pace, con opportuna disinvoltura, non s’affannò a ricercare il genio favorito su cui posarsi. E sta bene: che sia lecito riempir di accademici progetti e di sonanti discussioni le erudite pagine di un’opera o le orecchie delle nuove generazioni quando la dea Pace distende le ali candide sulla terra e sul mare e che a queste seducenti idealità s’inchinino persino i reggitori di Stato, pur tra i taciti e tenaci armamenti — ineluttabili diplomatiche prudenze — nessuno vorrà con severo scetticismo censurare: ma l’esaltare quei progetti e quelle discussioni adesso, fra lo straripar di tanti odi, parrebbe uno strappo alla logica ed una profanazione.
Senonchè alle piccole ed alle grandi contraddizioni ci hanno abituato con troppa efficacia i buoni papà della filosofia, la scienza più seria e da prendersi, anche nel secolo finanziario, in maggior considerazione. Così avvenne ad A. Ficnte, l’autore del popolo normale, che mentre nell’opera del 1804-05 Linee fondamentali dell’età presente, era salito alla concezione di un disinteressato cosmopolitismo con quella sua teoria: «esiste sempre uno stato egemonico (che può essere anche non la Germania) patria ideale di tutti gli spiriti più illuminati»; dopo l’infausta giornata di Jena (1806), tra il minaccioso rullo dei tamburi napoleonici, smentì quella concezione, discese entro i venerati confini della patria e contrappose al popolo misto latino (mischwolck) il popolo germanico, il normale (urwolck), e pronunziò con scarso furore all’Università di Berlino, i famosi «Discorsi della nazione
tedesca» che furono la diana educatrice delle nuove generazioni ed uno dei più grandi fattori ideali della Germania. Ma queste sono inezie: chi ripensa I idealismo pacifista degli anni scorsi ed apre gli occhi sui campi della distruzione di oggi, certe contraddizioni le comprende con grande scoraggiamento e con un po’ di scetticismo, ma senza stozzo.
Eppure come si dilunga nei sogni attraverso i tempi questo ideale di pace! Chi non:rammenta le infuocate parole di Agostino nella monumeotale opera della Città di Dio, quando ponendo le basi della prima filosofia della storia, che fu teologica, mette in cima a tutte le aspirazioni dell’umanità la parola pace come principio dominatore della storia e con lo sguardo del profeta contempla, dietro al bagliore degl’incendi umani, purtroppo molto lontano, un nuovo cielo ed una nuova terra?
E tutto il Medio Evo è caratterizzato dall’urto formidabile tra questo ideale e la selvaggia brutalità degli odi: nella medesima contrada, nello stesso castello, attorno allo stesso focolare, accanto alle scene d’implacabile vendetta palpitano sogni di misericordia, di santità e di pace che l’arte ha fatto eterni e che noi ancora oggi ripensiamo in ginocchio. La profonda impressione che fece in quell’età la prosa tumuituosa e cabalistica di Gioacchino da Fiore è nata da quel contrasto che «il calabrese abate, di spirito profetico dotato» al dir di Dante, seppe pur nel mare delle allegorie e dei numeri, esprimere con profondo pensiero. Dalla disperazione, dai flagelli e dalle guerre sta per sorgere l’avvenire riparatore, la sospirata pace. E lo stile di Gioacchino, quasi sempre contorto e metaforico, si apre talvolta, sotto l’impeto dei sentimenti e la visione della felicità, a rivi di poesia sincera: «Sarà presto raggiunto il terzo periodo dell’umanità: nel primo rilucevan le stelle, nel secondo, biancheggia l’aurora, nel terzo è giorno pieno: nel primo si vive di timore, nel secondo si riposa nella fede, nel terzo si arde di carità; nel primo la servitù servile, nel secondo la figliale, nel terzo la libertà; nel primo il Padre, nel secondo il Figliuolo, nel terzo lo Spirito. Ubi spiritus ibi libertas». E’ il grande palpito della corrente mistica: è, secondo la felice frase di