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268 IL BUON CUORE


bene, vincere la suggestione dell’errore e delle passioni che la affascinano; far sì che l’anima risorga, bella e splendente, dalla tomba in cui l’aveva cacciaka, i4 peccato; e trasformarla, l’anima, elevarla, renderla forte, farla degna di essere l’amica, la confidente dell Sposo celeste, ah! è questa opera vera mente divina e che attesta, in chi la sa compiere, la permanenza di un potere che non può, essere la risultante delle nostre sole energie. A quali condizioni Gesù ci farà pertecipi del suo potere? Lo ha detto nel Vangelo: pitrchè abbiate fede. E’ a deplorarsi che per molti dei credenti la parola fede abbia un significato gretto, meschino. Si fa consentire questa virtù, ch’è baSe della nostra vita spirtuale, in una apatica o superstiziosa servilità tu ad un dato elenco di verità dogmatiche. Per molti fede e’ l’inerzia dell’intelletto di fronte ai problemi del nostro spirito. Invece là fede è attiva sapiente e pas sonata, è slancio dell’anima, che vuole raggiungere ed assimilarsi al Bene intravisto, ma non ancora posseduto; è lo slancio dell’anima verso qualche cosa di amato, di voluto; è l’amorosa dedizione, è il riposo cosciente dello spirito in Colui che noi abbiamo sperimentato vero e buono. La fede, secondo San Paolo, è il principio animatore della vita religiosa: se manca la fede, l’uomo è inetto, è cadavere. Ma se la fe:ie è viva, l’intelletto via vía si acuisce, la volontà si rafforza e l’uomo sente in sè una energia, una vitalità che non può irradiare dalla sua natura, ma che gli viene certo dall’alto, da Dio. E allora tutto riesce facile. E qualora non ci sembrasse sufficiente l’imperativo della nostra volontà, nel nome di Dio, ad ottenere effetti che, sieno consoni alla dignità di Lei e al raggiungimento del nostro destino; qualora noi ci sentissimo travolgere dalle difficoltà, abbiamo ancora un ripiego alla nostra portata: domandiamo. Qualunque cosa voi chiederete nell’orazione, credendo, la. atterrete. L’uomo di fede arra ciò che ama Dio, vuole ciò, che vuol Dio, vive, cErei, la vita di Dio; e quindi, Dio, riguardando a questa sua creatura vi, riscontra qualche cosa di se stesso — vi riscontra, riprodotta, la sua immagine. Ora, come il padre non può ri*gettate la domanda del figlio, quando la domanda è ispirata al bene e determinata da principi a cui il padre stesso ha informato la coscienza del figlio, così. Iddio non rigetterà mai le nostre domande, anzi le accoglierà giubilando, quando la nostra volontà sia decisa a volere unicamente ciò che conferisce alla gloria di Dio e alla. nostra elevazione morale.

Vita, di fede!, sembra a prima impressione una di quelle frasi che significano cosa ormai troppo disforme alle aspirazioni e ai bisogni dei nostri tempi. Eppure ricorre così, spesso nei nostri discorsi la parola Fede! Fede nell’arte, fede nel progresso, fede

nelle nostre energie, fede, nei destini dell’umanità! Sembra che quanto più una concezione materialistica della vita tende a togliere ogni valore alle idee e ai principi ultra.naturali, con tanto più di ostinazione, l’anima che è nata per spaziare in alto, affermi la sua sete di spiritualità. Per tutte le forme di vita, la fede è un bisogno: per la vita religiosa dello spirito, è una necessità assoluta: Senza la fede è impossibile piacere a Dio. Se abbiamo la fede, noi siamo i forti, della forza stessa di Dio,, che operano prodigi entro di sè, e all’infuori. Senza la fede, siamo nullità: alberi infruttosi, pavoneggiantisi nella pompa delle foglie, ma inutili e destinati ad essere distrutti dalle fiamme. Ci. G.

Vangelo della Domenica Y dopo la D ecollazion e Testo del Vangelo. In quel tempo disse il Signor.e Gesù ai capi dei Sacerdoti ed agli anziani del popolo questa parabola: -Eravi un padre di famiglia, il quale piantò una vigna, e la cinse di siepe e scavò e vi fece un torchio e fabL bricò una torre e la diede a lavorare ai contadini e andossene in lontano paese. Venuta poi la stagione dei frutti, mandò i suoi servi dai contadini per ricevere i frutti di essa. Ma i contadini,»resse addosso le mani ai servi, altro ne bastonarono, altro ne uccisero, e altro ne lapidarono. Mandò di nuovo, altri servi in maggior numero di prima, e coloro. li tratta rono nello stesso modo. Finalmente manda ad essi il sud figliuolo, dicendo: Avranno rispetto a figlio. Ma i contadini, veduto il figliuolo, dissero tra di loro.: - Questi è l’erede; Venite, ammazziamolo, e avremo la sua eredità; e presolo. lo cacciarono fuori della vigna, e l’uccisero. Tornato adunque che sia il padrone della vigna, che farà di quei contadini? Essi risposero: Manderà in malora i ’malvagi, e rimetterà la sua vigna ad altri contadini, i quali gliene renderanno il frutto. a- suoi tempi. Disse loro Gesù: Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che fu rigettata da coloro che fabbricavano, è divenuta fondamentale dell’angolo? Dal Signore è stata fatta tal cosa, ed è mirabile agli occhi nostri. Per questo vi dico, che sarà tolto a voi. il regno di Dio e sarà dato a un popolo che produca i frutti di esso. E chi cadrà sopra questa pietra, si fracasserà; e quegli su di cui essa cadrà, sarà strittolato. E, avendo i principi dei sacerdoti e i Farisei udite le sue parabole, compresero che parlava di loro. E cercando di mettergli le mani addosso, ebbero paura del popolo, perchè lo teneva per Profeta. (S, MATTEO, Cap. 21).

Pensieri.

Il pensiero del Maestro Divino traspare chiaro attraverso il velo della parabola. Egli voleva il popolo Giudaico ricordasse con quale amorosa sollecitudine