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213 IL BUON CUORE


zia offesa, di restituire: lavora, accumula come se la sua vita fosse tutta e solo nella vita presente, per sentirsi poi dire quando la morte arriva, che per lui arriva sempre improvvisa: tutto quanto hai preparato, in mano di’chi andrà? Chi’ si lascia dominare da questa concupiscenza, come è possibile che ascolti la chiamata di Dio? Non un paia di buoi deve provare; sono cinque paia.... questo numero -raddoppiato quanto bene esprime il cumulo degli affari che gravitano sul capo dell’uomo, e gli impediscono di alzare gli occhi al cielo! Eppure questa concupiscenza non è la più fatale, la più violenta, la più comune, a rendere l’uomo insensibile e renitente all’invito della parola di Dio: la concupiscenza che più allontana dalla cena di Dio è la concupiscenza della carne. A rendere più potente questa concupiscenza concorrono più cause. Prima, pare che il peccato originale, nel guasto prodotto nella natura umana, abbia creato il suo solco maggiore in questa tendenza. San Paolo dice apertamente che una tendenza contraria alla legge dello spirito domina i sensi dell’uomo, non possibile a vincersi senza uno speciale aiuto della grazia di Dio. In secondo luogo, questa tendenza diventa più pericolosa perchè nei suoi principi è destata da impressioni e da sentimenti non solo non riprovevoli, ma gentili, attraenti. Che di più gentile del sentimento dell’amore, specialmente quando questo sentimento è il naturale, è il giusto preparamento ad una condizione santa,,alla condizione del matrimonio, che Iddio benedice e consacra con un Sacramento, e che diventa la condizione e la base della più pura e della più importante delle istruzioni umane, la famiglia? Come è bello lo spettacolo• di due giovani, che cresciuti sotto l’ombra salutare. dei genitori; educati al lavoro, alla virtù, per una segreta disposizione del la Provvidenza si incontrano, sentono di essere fatti l’uno per l’altra, e si scambiano il reciproco dono di una affezione che prende forza e bellezza da costumi sempre conservati illibati, e si accingono a prosekuire insieme il cammino della vita, coi suoi doveri che sono gioie unite alle gioie? Non è difficile il credere alla verità di quella frase: l’amore degli. sposi è l’ultima parola dell’amore sulla terra; da complc.tarsi con l’altra,,che ne è come il prezioso coronamento: l’ultima parola dell’amore sulla terra è il ’.:avio cbc la madre depone sulla fronte del suo bambino! E in seguito a questo soave, luminoso principio. arrivano le sante, le severe compiacenze iella famiglia, la fedeltà incensurata dei coniugi, l’educazione dei figli, il preparare in essi utili cittadini alla patria, figli fedeli alla Chiesa. Ma di contro a questo quadro, così giocondo e moralmente salubre, quante scene oppostP ci si presentano dinnanzi; e presso i giovani, e presso i coniugati, e•presso quelli che non sono coniugati e non sono più giovani! E’ una desolazione! La corruzione nella gioventù è così estesa da divenire una minaccia impressionante per l’avvenire della società; la, fedeltà dei coniugi riceve tutti i in,)

menti le più sfacciate offese; e una continua congiura contro i coniugi e contro i giovani è ordita da coloro che non si legano alla famiglia per non subirne i pesi, ma non voglono negarsi nessuna compiacenza dei sensi, che diventa una abiezione, un tradimento, un delitto, quando queste compiacenze sono ottenute coll’assassinio della innocenza e della fedeltà altrui. Questa concupiscenza inquina tutte le manifestazioni della vita: rovina la salute, disperde le sostanze, toglie la pace, affolla gli ospedali, avvelena il sangue delle generazioni future, schiude anzitempo molte tombe, arma di rivoltella e di veleni, contro di sè, contro degli altri, gli sciagurati che ne caddero vittima. La causa principale della incredulità è l’impurità inrchè l’impurità è il morbo morale che più si rifiuta di accettare le prescrizioni imposte dalla legge divina. Porta più anime alla perdizione qiiesta concupiscenza che non tutte le altre insieme unite.

Infinito dolore deve scendere al cuor di Dio dinnanzi al rifiuto degli invitati alla cena; dolore per l’atto, dolore per le ragioni che sono la causa dell’atto.. Non per questo il disegno della sua Provvidenza nonT avrà compimento; la sua cena avrà egualmente i suoi convitati; non saranno i primi invitati; saranno altri, ma il convito avrà egualmente luogo. Il Vangelo dice che al rifiuto dei primi invitati il padrone di casa mandò i suoi servi una prima volta e una seconda a raccogliere nelle pubbliche vie, nelle piazze, quanti trovasse, e poveri, e ciechi, e storpi, e zoppi.... • Queste deficienze esterne, non è detto che fossero accompagnate da deficenze interne morali: può darsi che queste persone, misere e disprezzabili. secondo il mondo, fossero sante e preziose dinnanzi agli occhi di Dio. Questa chiamata di supplemento, dalla parte di Dio, messi,da parte i ricchi, i facoltosi, i felici, indica eloquentemente l’abbandono nel quale Iddio lasciò gli Ebrei superbi, e i gentili dissoluti e crudeli, chiamando al loro posto gli umili, gli infelici, i disprezzati dal mondo; è il cristianesimo sostituito al Giudaismo, al gentilesimo; siamo. noi. La Prontezza, la fedeltà, nel rispondere alla chiamata di Dio, attesti la nostra riconoscenza, consacri la nostra grandezza e la nostra felicità: assidia.moci alla Cena della Chiesa nella vita presente, per poterci. assidere un giorno alla Cena eterna nel cielo. L. V.


Il Re

In occasione•della inaugurazione del monumento a Quarto, scrivendo l’articolo: Un grido insensato all’indirizzo di chi aveva gridato: è tempo ’di j;..tirla’ di; ’ridare viva il Re — non credevamo che così presto dovessimo aver ragione nel mostrare l’importan