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211 IL BUON CUORE


cielo, l’essenza del numero 7, che appunto nel cielo ha la sua origine, è scesa in mezzo ai mortali; e quella parte della nostra anima che sta fuori della ragione si divide in 7 parti, e cioè nei 5 sensi ai quali si aggiungono l’organo della voce e la forza della riproduzione; il numero si trova anche — continua Filone — nelle parti esterne del corpo: la testa, il petto, il ventre,le due braccia, le due gambe, e così pure nelle parti interne: lo stomaco, il cuore, il polmone. la milza, il fegato ed li due reni: la testa possiede 7 cose necessarie, due occhi, due orecchie, due narici e la bocca, tutti i movimenti si riducono anch’essi a 7; in alto, in basso, a destra, a sinistra, avanti, indietro, in giro. E il detto filosofo continua per un bel pezzo la sua enumerazione. Non c’è da meravigliarsi se col tempo venne a formarsi la rappresentazione dei 7 cieli quale si trova nel Talmud che è una raccolta di tradizioni concernenti il diritto religioso e il diritto civile messo in • sieme nei primi secoli d. C. Anche la dottrina di Maometto conosce i 7 cieli probabilmente per imitazione del «Talmud», e nel Corano si legge: «Ci sono 7 cieli e 7 terre. Della prima terra abitabile, la Mecca è il centro, e 7 mari circondano la terra. Le 7 terre sono ordinate una sotto l’altra, come i 7 cieli stanno uno sopra l’altro.» La seconda terra sotto di noi è abitata dai venti, la terza dalle pietre, la quarta dallo zolfo del mondo sotterraneo, nella ’quinta abitano li serpenti, nella sesta gli scorpioni che sono neri e grandi come muli e hanno unghie simili a punte di lancia; ma la settima terra è l’abitazione di Iblis (Satana) e del suo esercito, L’origine dei 7 giorni della settimana si deve probabilmente far risalire alla luna: questo astro che fu uno dei primi ad essere osservato dagli uomini si presenta in quattro fasi nel periodo di 29 giorni circa, formante il mese: questo periodo fu diviso in quattro periodi di 7 giorni ciascuno e così ebbe origine la settimana. Il mese e la settimana di 7 giorni esistettero già in un tempo remotissimo, poichè i niù antichi popoli non avevano altra base per il computo del tempo che le fasi della luna. In tal modo sarebbe cominciata l’importanza del num. 7, importanza che fu poi rafforzata dalla teoria dei 7 pianeti che presso i vari popoli dell’antichità erano considerati come spiriti buoni o malefici.


Religione

Vangelo della domenica Vla dopo Pentecoste Testo del Vangelo. Disse il Signore Gesti questa parabola.: Un uomo fece una gran cena, e invitò molta gente. E all’ora della cena mandò un suo servo a dire ai comitati che andassero, perchè tutto era pronto. E prin

cipiarono, tutti d’accordo a scusarsi. Il primo dissegli: Ho comperato un podere e bisogna che vada a vederlo; di grazia, compatiscimi. E un altro disse: Ho comperato cinque paia di buoi e vo’ a provarli, di grazia, compatiscimi.. E un altro.disse: Ho preso moglie, e perciò non posso venire. E tornato il servo riferì queste cose al suo padrone. Allora sdegnato il padre (li famiglia, disse al suo servo: Va tosto per le piazze e per le vie della città, e mena qua dentro i ascendici, gli stroppiati„ i ciechi e gli zoppi. E disse il servo Signore, si è fatto come hai comandato, ed hevvi ancora luogo. E disse il padrone al servo: Va per le strade e lungo le siepi e sforzali a venire, a ffin,chè si riempia la mia casa. Imperocchè vi dico, che nessuno di coloro che erano stati invitati, assaggerà la mia cena. S. LUCA, Cap. t4.

Pensieri. Tutti gli uomini Iddio chiama alla sua cena; alla cena terrestre, che è la sua Chiesa, alla cena celeste, che è il Paradiso. Parrebbe che tutti dovessero rispondere a questo invito come colombe dal desìo chiamate coll’ali aperte e ferme al dolce nido. Non è Dio il fine dell’uomo, non è Dio il centro di tutte le perfezioni, non è Dio che può appagare tutte!e più elevate, le più ardenti aspirazioni del nostro cuore, non è di tutti il dover dire con Agostino. O Signore, tu hai fatto il nostro cuore per te, e il nostro cuore non potrà mai esere contento e quieto, se non quando riposi in te? Eppure quanti non seguono Dio, quanti invitati alla cena di Dio, trovano pretesti per esimersi dall’andare, privandosi di ciò che costituisce loro maggior bene, esponendosi al pericolo di essere per sempre privati di quel bene,pel quale unicamente erano nati? E’questo il doloroso problema che GesùCristo ci propone a considerare nell’odiernoVangelo colla parabola degli invitati a cena, che al momento opportuno si rifiutarono di venire.

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Prima di tutto, l’invito di venire alla cena è fatto a tutti. Nessuno è escluso da quell’invito; sono chiamati i grandi, i piccoli, i1 sapienti, gli indotti, i poveri, i ricchi; quelli di un’epoca, quelli di un’altra, quelli di una regione, quelle di tutte le regioni. Vi hanno di quelli che possono credere che l’invito alla religione, l’invito alla cena, sia riservato solo ad alcune classi di persone, alle persone del popolo, perchè esse non possono trovare nell’istruzione ricevuta un pascolo sufficente alla loro mente; alle persone pie perchè esse sentono una propensione più viva alle pratiche religiose... No, no; l’invito alla cena è rivolto a tutti;nessuno può trovare ragione che giustifichi la sua astenione; l’invito non e fatto ad una condizione di persone; l’invito è fatto all’uomo, non a speciali condizioni del suo spirito, ma alle intime facoltà che costituiscono la natura umana. Anzi più l’uomo è grande più