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IL BUON CUORE 171


gran lusso. Milone, viaggiando, portava seco i suoi dèi e i suoi sacerdoti particolari. Cesare, ovunque alzava la sua tenda, faceva posare in terra dei pavimenti finemente disegnati in mosaico. Il viaggiare richiedeva non poco tempo: dieci giorni, per es. da Roma a Brindisi; tre settimane sino a Lione. Ma le carrozze da viaggio erano meraviglie di comodità, potendosi esse adattare a tutti gli usi, sia per dormire, sia per mangiare, sia per leggere o scrivere, sia per giocare, e cosi via. L’Itnt eratore Adriano, però, disprezzava le mollezze, ’ durante i quattordici anni da lui impiegati a visitare tutte le provincie dell’Impero, egli sempre viaggiò a piedi e a capo scoperto, così. fra le nevi della Caledonia, come sotto i raggi del sole tropicale, camminando venti miglia al giorno, in completo cc: tume militare, e cibandosi solo di pane, lardo e cacio, come i suoi soldati. Bisogna ricordare anche come sino ai Romani risalga l’origine delle stazioni climatiche e balneari, in voga tuttora, quali, per es., Aix la Chapelle, Aix les Bains, Baden in Argovia, Plombières, e altre. Il golfo di Napoli, dalla punta del Miseno alla penisola di Sorrento, era tutto cosparso di ville e villini, di giardini, di clubs, di templi e di teatri, le cui rovine destano ancora la nostra ammirazione. Non si ha dunque torto ripetendo il vecchio detto: sub sole novum.

Religione


Vangelo della domenica prima dopo Pentecoste

Testo del Vangelo.

Disse Gesù a’ suoi discepoli: Quando sarà venuto il Paracleto, che io vi manderò dal Padre, Spirito di verità che procede dal Padre, egli renderà testimonianza per me; voi ancora renderete testimonianza -perchè siete meco sin dal principio. Queste cose ho detto a voi, affinchè non siate scandalizzati. Vi scaccicranno dalla sinagoghe; anzi verrà il tempo che chi vi ucciderà si crederà di prestare ossequio a Dio. E vi tratteranno così, perchè non hanno conosciuto nè il Padre, nè me. Ma io vi ho dette queste cose, affinchè venutò quel tempo vi ricordiate che io ve le ho dette. (S. GIOVANNI, Cap. is-m. Pensieri. Oggi la Chiesa celebra la festa della SS. Trinità. Il Vangelo ricorda’ appunto le tre.divine persone; il Padre che manda sulla terra lo Spirito Santo; lo Spirito Santo che viene sulla terra e rende testimonianza al Figlio;’gli uomini che deVono anch’essi rendere testimonianza al Figlio, e in lui e con lui al Padre ed allo Spirito. Ciò che le tre Divine Persone hanno fatto a fa

vore degli uomini, ciò che gli uomini devono fare in omaggio alle tre Divine Persone, quale immenso quadro di benefici da una parte, quale ragione, quale senso di infinita ’gratitudine dall’altra!

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E’ dogma della dottrina cattolica che tutte e tre le Divine Persone, quando agiscono esternamenf, sugli uomini è sulle cose, agiscono insieme: la lori. operazione è una sola, risultato cumulativo dell’azione distinta delle tre Divine Persone, clri agisce è Dio • Accanto e parallela a questa verità ne cammina però un’altra, ed è che nei rapporti degli uomini e delle cose, ogni Divina Persona, pur non disgiunta dalle altre due persone, esercita un’azione speciale, che si direbbe caratteristica a ciascuna di esse. Al Padre si attribuisce la Creazione, al Figlio la Red,,!rione, allo Spirito Santo la Santificazione; sebbene col Padre, si trovino insieme nel creare il Figlio e li, Spirito Santo; col Figlio che Redime, incarnandosi, si trovino il Padre e lo Spirito Santo; collo Spiritg che Santifica, ci siano il Padre e il Figlio. L’uomo deve essere riconoscente, per questi diversi benefici, all’unico Dio; nv è -giusto e conveniente che un atto di riconoscenza più diretta e speciale sia rivolto dall’uomo alle singo’e tre persone, in coi rispondenza alla loro distinta operazione; al Padre per la Creazione, al Figlio per la Redenzione. allo Spirito Santo per la Santificazione.

La Creazione è l’opera del Padre. In questa parola creazione è compreso tutto ciò che costituisce l’ordine naturale, le cose visibili e invisibili, gli Angeli, gli uomini, le cose, tutto ciò che, fatto da Dio, esiste fuori di Dio. E il grande poema dell’universo colla sua svariatissima bellezza. Il cielo col suo azzurro, la terra nella vastità dei suoi mari e de’ suoi continenti, sole colla sua luce, le stelle col loro splendore, i prati col loro verde, i fiori col loro profumo, le acque limpide col loro mormorio, gli uccelli col loro canto, le Alpi colle loro vette ardue, coi loro ghiacciai, coi loro burroni; tutta quella immensa varietà di scene grandiose e gentili che compongono il regno della Natura, e all’uomo estatico che le osserva strappano un grido di ammirazione e di sorpresa. E su questo campo di immense bellezze, bellezza superiore a tutte le altre bellezze, ecco l’uomo, l’uomo padrone di tutto, l’uomo in cui dono tutto venne fatto; l’uomo che ritrae nell’anima sua, nella sua intelligenza, nel suo cuore, l’immagine stessa di Dio; l’uomo che dopo essersi beato nelle bellezze del paradiso terrestre, dovea per una ascensione, naturale e sopranaturale a un tempo, salire al godimento imperituro del paradiso celeste. Il peccato scompose questo magnifico disegno; lo scompose, ma non lo distrusse. La terra diede delle spine, ma conservò pure delle rose; l’uomo ebbe l’intelligenza ottenebrata, la volontà incline al male; ma