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162 IL BUON CUORE


mare. Sino all’altezza di oltre trecento metri i monti sonò ricoperti di folte e qUisi impenetrabili foreste di betulle. Fra il margine superiore delle foreste e la linea delle nevi eterne v’è una stretta zona di terreno che in estate si ricopre di muschio, di lichene e di alcune altre erbe odorose. Su quel terreno pascola il guanac:i, i umiliante di cui principalmente si nutrono gli Ona. Nell’inverno il bestiame lascia le alture e discende alla costa, dove la brezza marina mantiene un pascolo scarso ma sufficiente. E anche gli indigeni debbono necessariamente scendere attraversando le foreste in mezzo a mille ostacoli, e procacciandosi i! nutrimento cole loro freccie, mentre le loro.donne attendono ai’ faticosi lavori del campo. La tribù degli Ona è divisa in piccoli gruppi di famiglie, ognuno’ dei quali ha il suo proprio territorio di caccia. In ogni gruppo vi è l’uso che chiunque uccida Pn animale non possa tenerlo per sè, ma debba consegnarlo intero al suo accampamento,, dove il bottino viene diviso fra tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Talvolta la fame spinge gli individui di un gruppo a cacciare nel territorio spettante ad un altro gruppo, e cosi sorge in questo il proposito di vendetta. Appena puberi i ragazzi vengono separati dai loro compagni, e, soltanto dopo due anni di vita errabonda, solitaria, e di crudeli sacrifici, essi vengono ammessi nAla confidenia degli adulti. Durante quel tempo il maggior favore concesso a qualcuno di essi è la compagnia di un cane. Gli uomini, come avviene presso certe tribù africani;` cospirano ’insieme per ridtirre le donne, mediante il terrore e l’inganno, a una assoluta obbedienza. Essi considerano lé donne come esseri socialmente inferiori, e perciò una moglie che abbandoni il Marito e segua un altro uomo, non è disonorata, avendo soltanto prestata ubbidienza al suo padrone naturale, all’uomo. Ma ella viene picchiata di santa ragione e il suo seduttore viene punito ’con la morte. A nessuna donna un guerriero deve ’aprire l’animo sw, ma soltanto ai suoi parenti ed amici: La norma: «occhio per occhio» obbliga gli uomini alla vendetta. Se anche debbono attendere interi anni per ’compierla: chi ‘vi rinunzia diventa il ludibrio del suo gruppo. Un giovanotto -non può prender moglie sino ai vent’anni e finchè non ha dimostrato di poter nutrire un’a:tra persona. Allora deve cèrcare la sua compagna in un gruppo lontano, possibilmente,ndmico; il matrimonio non è permesso fra persone congiunte da vincolo di sangue, e neppure fra cugini. Durante il periodo precedente le nozze, lo sposo può contare sulla cordiale ospitalità del gruppo cui appartiene la sposa, anche quando esso sia CompoSto di nemici; avvenute le nozze, le ostilità vengono riprese. Verso il 1890 alcuni coltivatori di pecore attra versarono lo stretto di Magellano partendo dalla Spiaggia della Patagonia, e si stabilirono nella parte Settentrionale della Terra del Fuoco. I tjtietnetco vennero uc‘.:iri o cacciati Via dalla costa, verso la montagna, per far posto alle greggie di pecore. Intanto

sulla montagna, in inverno, i guanaco morivano in massa. Nello stesso tempo la Scoperta della sabbia aurifera apportò agli indigeni un flagello anche maggiore Kichè innumerevoli cercatori d’oro, artriati (li fucili tra sprovvisti e di cibi e di coscienza, invasero tutta l’iSola, sin negli angoli più remoti, oltraggiando le donne, uccidendo i guanaco, e spingendo così gli Ona alla difesa e alla vendetta; non però alle crudele di Cui gli Ona stessi furono ingiustamente accusati. Questi indigeni della. Terra del Fuoco non conoscono le raffinate torture praticate dagli,aborigeni settentri( nali. Essi uccidono il nemico, ma 3ono incapaci d’mutilarlo. Un’altra accusa ingiusta loro rivolta (mena del cannibalismo. Al pensiero di mangiare carne umana gli Ona esprimono il loro disgusto, nè finora avrebbero avuto bisogno di tale orribile pasto; avendo avuta a loro disposizione una abbondante quantità di carne di guanaco. Ad ( gni modo le prime scorrerie degli Ona contro le fattorie degli allevatori di pecore, recarono a questi una ingrata sorpresa Furono allora rinforzati e sorvegliati con -pattuglie i recinti; ma questi ostacoli nessun freno potevano mettere agli indigeni, abituati a ben più difficili caccie, e attratti non solo. da spirito di vendetta, ma anche dal buon sapore delle Deccre. la cui carne pareva loro assai più gustosa di (pie% del guanaco. Gli allevatori di bestiame posero una taglia tic.sa di venticinque franchi per ogni indigeno messo fuori di combattimento, ossia ucciso. Dapprima bastava mostrare l’arco di betulla di un indigeno per riscuotere la taglia. Ma quando le persone adibite alla caccia degli Ona cominciarono a ingannare i loro mandanti mostrando articoli manifatturati con frode, fu loro imposto di mostrare le cotenne degli uccisi. f inalmente quando si vide che gli indigeni anche seotermal.i seguitavano a vivere, i cacciatori dovettero, per intasare il denaro guadagnato, mostrare ai mandanti le teste troncate dai corpi delle vittime. In questo mestiere si distinse specialmente un certo Sani Hesslop, che si vantava di aver ucciso 500 Ona, grandi e piccoli. Ogni testa veniva pagata senza lesimre. In tal niodo dal 1890 al 1900 l’intera tribù degli IOna scemò da 2000 a 80o persone, donne e bambini compresi. DbPo la morte di Sani. Hesslop, la professi ne della caccia all’indigeno è venuta languendo. Nella Terra del Fuoco l’oro non si trova in gran copia; esso è sparso in poca misura per tutta la regione, ma specialmente sulle coste dove scende dall’alto insieme alle pioggie e alle nevi disciolte. L’Oceano è il vero ricettatore del prezioso metallo, menta d si calcola che i cercatori abbiano potuto trovarne appena tre tonnellate in tutte le isole di Magellano, conducendo una vita piena di strapazzi e di pericoli. Fra questi cercatori ’la personalità più distinta fu Julius Popper un ebreo anglo austriaco, che solo conosceva il processo di purificare e amalgamare