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IL BUON CUORE 117


Nel fare il bene, ogni specie di bene, sempre, ad ogni classe di persone, il sacerdote deve ripetere Cristo attraverso i secoli, su tutta la faccia della terra. il sacerdote ha compiuto nel passato, compi:, sotto i nostri stessi occhi, questo molteplice ufficio di universale carità. Ogni miseria si può dire che abbia una istituzione per soccorrerla, ogni istituzione per fondatore o continuatore un sacerdote. Quae (mica manus, esclama un pio autore, alligare vulnus»opulz. Dei poterit? Nulla nisi manus sacerdotalis. sedenti nell’ombre dell’errore e della morte, ecco vola a voi la immensa, la generosa schiera dei Missionari, Agostino, Cirillo, Bonifacio, S. Francesco Zaverio. poveri bambini esposti, ecco Dateo a Milano, ecco Vincenzo in Francia, chiamare delle madri di adozione a sostituire le madri di natura. poveri schiavi, vittime della barbarie antica della barbarie moderna, ecco S. Felice, S. Giovanni di Mata, Las Casas, sostenere i vostri diritti, obbligando a mutarsi in vostro favore la pubblica legislazione. Orfanelli, giovinetti, ecco Gerolamo ’Emiliani raccogliervi negli orfanotrofi, ecco San Filippo radunarvi negli oratori, ecco Don Bosco chiamarvi -la tutte le parti del mondo nelle sue case di educazione di lavoro. poveri pazzi, puniti, martoriati, ecco S. Giovanni di Dio, insieme alle difese del corpo, preparare il vostro sollievo nelle ricreazioni dello spirito. poveri infermi, appestati, abbandonati, ecco Camillo De Lellis e il Cottolengo formare un voto speciale per la vostra assistenza. Ecco Vincenzo de’ Paoli non contento di aver raccolto gli orfanelli, pensare ad ogni sorta di sventure morali e materiali, e slanciare in mezzo al inondo quel nembo alato delle Suore di Carità, che sono, sotto la forma di donna, la beneficenza divina sulla terra.

Noi non conosciamo sulla terra nessuna grandezza che sia maggiore di quella del sacerdote. Uno solo la può diminuire, la può togliere, lui stesso. Cristo ha chiamato gli Apostoli suoi amici. Una santa, pensando al complesso delle dignità del sacerdote, formanti una sola dignità, dimentica dei possibili difetti dell’uomo, assorta nel solo pensiero del ministro di Dio, si chinava a baciare la terra, dove era Passato un sacerdote. Noi non facciamo quell’atto col corpo; lo facciamo collo spirito. L. V.

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Pastorale del Card. Maffi Tutti gli anni, all’apprssimarsi del tempo quaresimale, i fedeli in mezzo alle molte partorali dei Vescovi, raccoglievano la loro attenzione specialmente sopra di una che non mancava mai, la pastorale del Vescovo Bonomelli. L’argomento della pastorale cambiava, ma erano sempre argomenti importanti, spese volte di attualità, che interessavano il pubblico per la profondità della dottrina, la chiarezza e la fluidità della forma, lo slancio di un animo ardente, aperto a tutte le cause buone. Le sue pasto-. rati erano un pasto desiderato in tutte le famiglie cristiane, rendendo illuminata, gradita la parola della fede, e riunite spesso in un volume, andavano a crescere il deposito delle buone letture, in vantaggio della religione e della patria. Bonomelli era ascoltato da tutti. Bonomelli è morto. Bonomelli non ha avuto un successore? L’ha avuto, e qual.successore, il cani. Maffi, il quale pel suo incontestato sapere, e la sua parola dotta, pronta, smagliante, già noto a molti, guadagnò la stima dei Vescovi raccolti nell’ultimo conclave e fu sul punto di essere eletto Pontefice. il cardinal Maffi segue la consuetudine dei suoi compagni nell’episcopato, e in occasione della quaresima pubblica una pastorale che partecipa dei meriti eccezionali della persona. La pastorale di quest’anno ha per titolo: Due righe di catechismo. Il titolo è breve, ma il conterrai., i è vasto, anzi questo titolo è già una caratteristica dell’ingegno del card. Maffi, che è di dire molto in poco. I lettori del Buon Cuiire ci saranno grati nel riportare che noi facciamo, per mettere sotto i loro occhi, alcuni dei brani più salienti. «Avete escluso dalle scuole, egli dice, il Catechismo. Cosa avete fatto? Avete escluso la somma di tutto il sapere. Ricordate le prime due righe del. Catechismo: Chi vi ha creato? Dio. — Perchè mi ha creato? Per conoscerlo, amarlo, servirlo in questo vita, e poi andare a goderlo per sempre nell’altra. Due righe semplici, che le intende il bambino; due righe profonde, da far smarrire le menti dei pili grandi pensatori.» E qui risponde subito a quelli che escludono il catechismo dalle scuole perchè lo temono un limite dell’umano sapere, mostrando come nelle prime due righe del catechismo, è espresso e comandato ciò che oggi vantasi conquista e gloria dei tempi moderni della rivoluzione, la scienza, la fratellanza, la libertà.

ll catechismo e la scienza.

«Il catechismo dice che siamo creati per ’conoscere Dio, Dio in sè e nelle sue opere, nella creazione e nel governo delle sue creature, nella sua provvidenza e nel coordinamento dei secoli e del mondo: -- qual Ministero della Pubblica Istruzione, quale Università ha mai fatto o s’è mai imposto un.programma di studi più esteso e profondo? A quale scoglio urtano, urtando nelle prime righe del cate