Pagina:Il buon cuore - Anno XIV, n. 15 - 10 aprile 1915.pdf/1

Anno XIV. 10 Aprile 1915. Num. 15.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —I soprannomi politici.
Religione. —Vangelo della prima domenica dopo Pasqua. Pastorale del Cardinale Maffi. — Necrologie di Don Giuseppe Civelli e Don Giosué Barzaghi.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.


Educazione ed Istruzione


I soprannomi politici.



Un vecchio proverbio francese, citato dal Littrè afferma che au surnon on cognoit l’homme, e poichè infatti i soprannomi ci indicano spesso e molto bene in quale conto sia tenuta dai più la persona a cui ne viene affibiato uno, ne consegue che essi diventano storicamente di non lieve importanza quando si riferiscono a personaggi politici che abbiano esercitato grande influenza sulle sorti del loro paese. Ognuno vede quanto solennemente sia rimasta suggellata nella storia la condotta di Ferdinando Il Re di Napoli dal soprannome, che non può negarsi egli abbia saputo meritarsi, di Re Bomba; mentre leggendo la vita del conte di Cavour, il carattere di questo grande uomo di Stato ci si presenta innanzi schietto e intiero con un semplice tratto, quando troviamo che Papà Camillo e non altrimenti veniva chiamato dai suoi concittadini che lo vedevano ogni giorno fare la consueta passeggiata, sotto i portici torinesi, colla più modesta e borghese bonomia.

Di solito, però, i soprannomi dati a uomini politici non vanno mai soli, ma accanto a quello ideato dai seguaci e dagli ammiratori per esaltare uno di essi, troviamo quello contrapposto dagli avversari per denigrarlo. Quello dei due, poi, che era stato esclusivamente ispirato dalle basse passioni di parte. finisce coll’essere sepolto nell’oblio. Garibaldi, dopo lo sbarco di Marsala, dai giornali dei nemici d’Italia venne chiamato il Filibustiere, e per un bel pezzo continuarono a qualificarlo con quel soprannome, ma nessuno adesso sotto questo epiteto lo ravvisereb-

be a prima giunta, mentre invece il soprannome dí Eroe dei due mondi, e più ancora quello di Cavaliere dell’Umanità, datigli dai suoi entusiasti ammiratori, sono ormai divenuti indivisibili dal suo nome.

Fra tutti i guidatori, agitatori e dominatori di genti, chi ebbe forse il maggior numero di soprannomi, estesi in tutta la gamma, dal vituperio all’apoteosi, fu il primo Napoleone.

Ancor fanciullo, alla Scuola militare di Brienne, era stato soprannominato dai suoi compagni La paille au nez, perchè sembra che parlasse allora con accento nasale, tanto che pronunciava il proprio nome Napoglionè. In Egitto, scrive il Thiers, on aveit appelé Bonaparte le Sultan Kébir, il Sultano di fuoco, tanto era il terrore che aveva suscitato.

In Ispagna veniva chiamato Napoladron, soprannome che ricorda i suoi furti, i quali, com’è ben noto, egli esercitò su larga scala anche in Italia, tanto che Marforio, avendo chiesto a Pasquino se tutti i francesi erano ladri, ne ebbe in, risposta: Tutti no, ma... bona parte!!

I soprannomi, invece, dati a Napoleone dai suoi soidati, hanno un’impronta di affettuosa camaraderie. Il più celebre di tutti, è quello di Petit caporal. Frima di questo soprannome, quando ancora usavano nell’esercito francese le lunghe treccie che al pari degli altri pennacchi e dei lucenti galloni formavane l’orgoglio del soldato, Napoleone, che a poco a poco quelle incomode treccie riuscì ad abolire, cominciando col sopprimerle dal proprio capo, era chiamato dai soldati Le petit tondu. Un altro dei Suoi più noti soprannomi fu quello di Père la violette. dovute alla sua predilezione per questo fiore che divenne in seguito emblema del bonapartismo. Per i suoi nemici, però, egli non fu mai altro che L'Ogre de Corse. In Italia era stato chiamato anche. l’Anticristo, la Bestia dell’Apocalisse. Dopo la Restaurazione in Francia non si accennò più a lui elle col prannome di Nicolas, uno dei tanti soprannomi dati dal popolo al diavolo, e Nicolas, abbreviato dagli inglesi secondo l’indole della loro lingua, divenne di là della Manica semplicemente Nic. Infine l’Audebrand nel giornale l’Evénement del 14 febbraio 1894 ha dedicato a Napoleone un lungo articolò in